Mecenatismo contemporaneo. Parola a Tiziana Frescobaldi
Artisti per Frescobaldi giunge all’edizione 2016 con tre finalisti: gli americani Matthew Brannon ed Eric Wesley, insieme a Patrizio Di Massimo, sono stati invitati a riflettere sulla storia della famiglia toscana che da 700 anni è legata a quella del vino. A ideare il premio, Tiziana Frescobaldi, una passione ormai lunga per l’arte contemporanea e idee ben chiare. L’abbiamo intervistata, in attesa della premiazione e della mostra alla Gam di Milano, il prossimo ottobre.
Ai tre finalisti del premio Artisti per Frescobaldi 2016 è stato chiesto di riflettere sul territorio e di interpretare la storia della tua famiglia in relazione alla tradizione vinicola d’eccellenza che la contraddistingue. Come sono stati selezionati?
A Matthew Brannon, Patrizio Di Massimo ed Eric Wesley abbiamo chiesto di interpretare la Tenuta di Castel Giocondo, nel cuore del territorio di Montalcino, dove il vino la fa da protagonista. Ci interessa il pensiero degli artisti su questo territorio, sul suo genius loci. Come nell’edizione 2014, anche nel 2016 due artisti provengono da un paese estero, quest’anno gli Stati Uniti, e un artista è italiano. Gli artisti sono scelti da Ludovico Pratesi. Con lui ci confrontiamo e valutiamo insieme i nomi dei finalisti in base al curriculum e all’interesse e alla disponibilità a lavorare a un progetto come questo, legato a una forma di committenza contemporanea. Normalmente gli artisti hanno almeno una mostra personale all’attivo in un museo importante e un’età compresa fra i 30 e i 45 anni.
Il Premio è nato nel 2013, grazie a una tua intuizione, legata alla storia di mecenatismo della tua famiglia, proiettata però nella contemporaneità grazie anche alla tua passione per l’arte contemporanea e il collezionismo.
Da un po’ di tempo desideravo collegare la passione personale per l’arte contemporanea all’attività dell’azienda della famiglia, la produzione del vino.
Vino e arte nel nostro caso rappresentano un binomio fondamentale. La vicinanza all’arte è basata sull’antico mecenatismo che ha contraddistinto la storia della mia famiglia per molti secoli. Nel libro I Frescobaldi, una famiglia fiorentina, scritto da mio padre Dino Frescobaldi e dal professor Francesco Solinas, storico dell’arte, il legame con l’arte è pienamente illustrato.
Quali sono stati i protagonisti delle precedenti edizioni? Per cosa si è contraddistinto il lavoro di ognuno?
Nel 2013 hanno partecipato al premio Artisti per Frescobaldi tre artisti italiani: Rä di Martino, Giovanni Ozzola, Elisa Sighicelli.
Nel 2014 sono stati invitati due artisti tedeschi, Michael Sailstorfer e Jorinde Voigt e l’artista italiano Yuri Ancarani. Nel 2013 ha vinto Elisa Sighicelli con una foto scattata all’interno di una botte, un’immagine quasi pittorica che rovescia la prospettiva abituale.
Nel 2014 Michael Sailstorfer ha vinto il Premio con un video che mette in stretta relazione il vino, l’artista, il corpo, suggerendo nuove letture e rendendo omaggio alla tradizione italiana.
La fotografia di Rä di Martino mette in evidenza i cambiamenti, le contraddizioni del territorio, e Yuri Ancarani ha realizzato un video sul legame della famiglia con la tradizione. Giovanni Ozzola, nel 2013, e Jorinde Voigt, nel 2014, rispettivamente con una foto e un disegno, hanno lavorato sul rapporto fra il vino, l’ambiente e l’influenza degli astri.
Ludovico Pratesi ti ha sempre affiancato curando le edizioni del premio. In più c’è una giuria internazionale – composta da Massimiliano Gioni, Samuel Keller e Gianfranco Maraniello – che decreterà il vincitore. Come vi dividete i compiti?
Ludovico Pratesi è il curatore, ha la responsabilità della scelta degli artisti. Ci conosciamo da vari anni e lavoriamo bene insieme. Ogni anno nominiamo una nuova giuria esterna formata da tre direttori di museo. Tre figure terze e indipendenti, carismatiche nel mondo dell’arte contemporanea. Loro nomineranno il vincitore.
Una parte del ricavato dalla vendita delle magnum con l’etichetta d’artista sarà devoluto al sostegno dei giovani artisti toscani: che rapporto hai con il tessuto artistico della tua regione?
Col ricavato di questa vendita nel 2013 abbiamo potuto sostenere l’attività di Base progetti per l’arte, un piccolo spazio non profit di Firenze che ha realizzato mostre di grande interesse.
Nel 2015 abbiamo potuto offrire una borsa di studio all’artista italiano Riccardo Benassi, che si è concretizzata in una residenza per un anno al Künstlerhaus Bethanien di Berlino.
Quest’anno prevediamo di sostenere giovani studenti dell’Accademia di Firenze. Dobbiamo ancora definire i dettagli, riteniamo importante in questo momento collaborare con la formazione dei giovani artisti toscani.
E che aria tira per l’arte contemporanea italiana?
Mi pare che nel mondo ci sia molto interesse per l’arte contemporanea, dimostrato dai sempre più numerosi collezionisti che si affacciano sulla scena, provenienti anche da paesi extra occidentali. Ma in Italia l’interesse per l’arte contemporanea è timido, manca la formazione, la conoscenza. Non possiamo permetterci di restare indietro. Dobbiamo lavorare per colmare questa lacuna.
Raccontaci della tua collezione, quando è nata e come si è sviluppata?
La mia famiglia ha cercato di conservare la collezione di arte antica. Io ho avviato una piccola collezione d’arte contemporanea, un nucleo iniziale con l’obiettivo di incrementarla.
Come proseguirà il tuo impegno nell’arte contemporanea nei prossimi anni? Progetti per il futuro da segnalarci?
Mi auguro di poter sviluppare il progetto di questo Premio. E spero che Firenze possa dedicare uno spazio di prestigio all’arte contemporanea, magari piccolo ma di qualità.
Lorenzo Madaro
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