Sbagliano i francesi, o sbagliamo noi? Il Fondo nazionale per l’Arte Contemporanea compra dieci opere per 700mila euro alla Fiac, ma solo da gallerie “di casa”. In Italia si passerebbe per volgari…
Il confine fra nazionalismo presuntuoso e fesseria provinciale spesso è labile. E non è facile scegliere quale situazione sia la meno consigliabile. Soprattutto se da una parte c’è la Francia, e dall’altra l’Italia. E soprattutto in questi giorni, dopo i “simpatici” ammiccamenti di Sarkozy in conferenza con la Merkel, che hanno riacceso un antico astio […]
Il confine fra nazionalismo presuntuoso e fesseria provinciale spesso è labile. E non è facile scegliere quale situazione sia la meno consigliabile. Soprattutto se da una parte c’è la Francia, e dall’altra l’Italia. E soprattutto in questi giorni, dopo i “simpatici” ammiccamenti di Sarkozy in conferenza con la Merkel, che hanno riacceso un antico astio transalpino. Fatto sta che a noi capita spesso di stare dalla seconda parte, quella dei fessi e provinciali.
Qual è il “casus belli”? Il francesissimo Fondo nazionale per l’Arte Contemporanea approda alla fiera FIAC con in tasca 700mila euro da spendere per completare la sua collezione già ricca di oltre 90mila pezzi. Molto bene, anche dalle nostre parti accade, con commissioni-acquisizioni da parte di musei e fondazioni varie. Solo che il FNAC dopo comunica i risultati delle scelte, e accade qualcosa che dalle nostre parti sarebbe impensabile, considerato provincialissimo e quasi volgare. Delle dieci gallerie “beneficiate” dalle acquisizioni pubbliche, ben nove sono francesi (o meglio una – la Continua – è italiana, ma notoriamente con una sede in Francia). Quale il ragionamento probabilmente alla base della scelta? Banale e quanto mai condivisibile: siamo un fondo “nazionale”, e diamo priorità al sostegno al sistema “nazionale” dell’arte.
Nella fattispecie, le opera acquisite sono degli artisti Mac Adams, Looking through blue, galerie GB Agency, Paris; Julien Berthier, Left handed Rietveld Chair, galerie Georges-Philippe & Nathalie Vallois, Paris; Dewar & Gicquel, Gibbon, galerie Loevenbruck, Paris; Anita Dube, History is… (For Egypt), galerie Dominique Fiat, Paris; Cédrick Eymenier, Ref lexion bird, galerie Poggi/Bertoux Associés, Paris; Didier Fiuza Faustino, Opus incertum, galerie Michel Rein, Paris; Mathieu Mercier, Sans titre (Kodak Bananas), galerie Mehdi Chouakri, Berlin; Boris Mikhailov, Sans-titre, galerie Suzanne Tarasiève, Paris; Nicolas Moulin, Goldbarrgorod, galerie Chez Valentin, Paris; Marielle Paul, Formes végétales, galerie Jean Brolly, Paris; Pascale Marthine Tayou, Damoclès, Galleria Continua, Le Moulins.
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