Ecco come sarà il Padiglione Italia curato da TAMassociati alla Biennale di Architettura. Titolo Taking care, ovvero progettare per il bene comune
20 studi italiani protagonisti, 1.800mq di allestimento low-cost con recupero anche di elementi espositivi provenienti da Expo Milano 2015, la connessione con l’universo del fumetto, il marcato coinvolgimento della società civile e dell’associazionismo. “Non c’è peggior cosa che dare risposte sbagliate alle domande sbagliate. Con le nostra esperienza, in contesti anche molto complessi del mondo, […]
20 studi italiani protagonisti, 1.800mq di allestimento low-cost con recupero anche di elementi espositivi provenienti da Expo Milano 2015, la connessione con l’universo del fumetto, il marcato coinvolgimento della società civile e dell’associazionismo. “Non c’è peggior cosa che dare risposte sbagliate alle domande sbagliate. Con le nostra esperienza, in contesti anche molto complessi del mondo, abbiamo capito quanto le domande scomode siano essenziali per costruire una buona architettura“. Con queste parole ha esordito Massimo Lepore, architetto e membro del team curatoriale alle del Padiglione Italia alla 15. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia assieme ai colleghi Raul Pantaleo e Simone Sfriso, alla presentazione di Taking Care, svoltasi alla presenza del Ministro Franceschini, dell’architetto Federica Galloni, alla guida della Direzione generale Arte, Architettura e Periferie Urbane, nonché Commissario del Padiglione e di Paolo Baratta, Presidente de La Biennale. Il forte monito all’azione, dopo anni di centralità degli aspetti teorici della disciplina, è l’aspetto che emerge con vigore nell’orientamento curatoriale del prossimo padiglione nazionale, secondo un’impostazione in parte intuibile già dall’affidamento dell’incarico allo studio TAMassociati, presenza forte e coraggiosa nella professione così come nell’impegno civile, attualmente impegnato con cantieri in Uganda, Senegal, Afghanistan, Italia e con sedi a Venezia, Bologna, Trieste e Parigi.
TRE SEZIONI, 20 PROGETTI DI STUDI ITALIANI, 5 ARTEFATTI MOBILI
In che cosa risiede il valore sociale dell’architettura? Perché una società dovrebbe riconoscersi nei suoi architetti? Come si possono favorire l’inclusione e la lotta alla marginalità attraverso la progettazione architettonica? Sono queste alcune delle questioni centrali di Taking Care, un progetto per il quale i curatori hanno scelto di “scendere in strada, alla ricerca di azioni capaci di architettura, soprattutto in contesti difficili“, animati dalla ferrea volontà di dare visibilità solo a “soluzioni collettive che testimoniassero il potenziale di cambiamento proprio della disciplina, anche attraverso progetti di piccola scala, capaci di grande energia e proattivi, specie laddove ogni forma di bellezza sembrerebbe assente“. Tre, dunque, i tempi offerti dal percorso espositivo, il cui iter corrisponderà “alla narrazione della graphic novel in catalogo“, quest’ultimo edito da BeccoGiallo. PENSARE condensa i contributi di personalità di diversa provenienza culturale e professionale e costituisce l’ambito comunicativo e teorico del progetto. INCONTRARE raccoglie, mediante testimonianze fotografiche e architettoniche, 20 progetti di altrettanti studi italiani, nei quali una specifica tematica (l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, etc. ) è stata affrontata con sguardo trasversale, con investimenti ridotti o contenuti, ma sempre mediante il coinvolgimento di una pluralità di soggetti, aspetto quest’ultimo assolutamente centrale nella direzione curatoriale complessivamente intesa. È infine, con AGIRE, che si rivela in forma esplicita quella volontà di “attivare nella cornice della Biennale un laboratorio di sperimentazione, presentando 5 studi che assieme a 5 associazioni nazionali, in prima linea in contesti di marginalità sociale nei campi della salute, dell’ambiente, della legalità, della cultura e dello sport, progetteranno 5 strutture mobili“. Al termine dell’Esposizione, ciascuno di questi artefatti sarà affidato alle associazioni, affinché divengano strumenti operativi per interventi reali nelle zone di interesse, ovvero “presidi per l’appropriazione dello spazio collettivo, dispositivi grazie ai quali il Padiglione si porrà come un acceleratore di particelle. Per una architettura in azione, che non si chiuda inutilmente in se stessa“.
CROWFOUNDING E GRAPHIC NOVEL PER UN PADIGLIONE POP
Oltre ai 400mila euro lordi messi a disposizione dal Ministero, il team curatoriale ha “già chiuso contratti e altri sono in discussione” per definire i 1.800mq di esposizione e tutte le altre necessità. Oltre al reimpiego di strutture e impianti – come nel caso di quello illuminotecnico – lo spirito di sobrietà ribadito da Simone Sfriso sarà alimentato da numerose altre azioni, oltre che in un allestimento low-cost. A sostenere la volontà di sfondare il muro degli specialisti di settore, si inseriscono, infine, almeno due scelte di rilievo: il riferimento all’universo visivo e comunicativo del fumetto – in linea con la conduzione di processi partecipativi nella grafica e nella comunicazione sociale ormai propria di TAMassociati – e la promozione di 3 laboratori teorico-pratici sul tema “Progettare per il bene comune”, rivolti ai neo iscritti alle Facoltà di architettura e ingegneria italiane.
– Valentina Silvestrini
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