La dimensione estetica della didattica nell’arte contemporanea. A Città di Castello si ritrovano a parlarne tutti i grandi musei italiani: ecco cosa si è detto
La didattica museale è ormai una componente imprescindibile dell’offerta culturale delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea. Ma anche nelle scuole e negli altri contesti educativi si sta (finalmente) avvertendo l’esigenza di sensibilizzare bambini e ragazzi ai linguaggi espressivi del presente. Molte risposte sono emerse nella Prima Giornata di Studi sulla Didattica del Contemporaneo, tenutasi domenica 3 […]
La didattica museale è ormai una componente imprescindibile dell’offerta culturale delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea. Ma anche nelle scuole e negli altri contesti educativi si sta (finalmente) avvertendo l’esigenza di sensibilizzare bambini e ragazzi ai linguaggi espressivi del presente. Molte risposte sono emerse nella Prima Giornata di Studi sulla Didattica del Contemporaneo, tenutasi domenica 3 aprile a Città di Castello, e preceduta da una sessione di atelier creativi nel pomeriggio precedente. Sotto la supervisione delle due promotrici Fabiana Giulietti edEmanuela Pantalla di ARTEA, associazione per la didattica e il territorio attiva dal 1989, si sono succeduti in cattedra, dopo i saluti delle autorità, i responsabili dei servizi educativi di autorevoli istituzione italiane. Marta Morelli, della Fondazione Maxxi, ha presentato progetti di coinvolgimento attivo degli adolescenti: partendo da un’indagine condotta dalla Provincia di Modena e Fondazione Fitzcarraldo sulla percezione del museo che hanno i ragazzi, la responsabile di Maxxi Educazione ha fornito una case history di esempi validi, come i progetti di approccio all’architettura contemporanea e i piani di alternanza scuola-lavoro.
IN UMBRIA LA PRIMA GIORNATA DI STUDI SULLA DIDATTICA DEL CONTEMPORANEO
Chiara Sarteanesi, curatore di Palazzo Albizzini – Collezione Burri della città ospite, citando l’eredità morale e culturale di Alberto Burri, ha sottolineato la funzione pedagogica di consapevolezza e invito alla tutela del museo moderno, che deve far emergere la componente educativa dell’arte senza che i “giochi didattici” prendano il sopravvento. L’intervento di Carlo Tamanini, Arte Educazione del MART di Rovereto, ha posto l’accento sulla didattica costruttivistica, adottata nel museo trentino per permettere al giovane pubblico di essere spettatore attivo con l’ausilio dell’educatore, chiamato non a trasmettere, ma a mediare. Voce conclusiva del convegno è stata quella di Marina Vinto, del Madre di Napoli, sulle strategie partecipative del “museo dinamico”, in cui il pubblico interagisce con la ricerca attiva e le collezioni, divenendo co-autore del museo, spazio di incontro e confronto. Il convegno tifernate ha posto punti fermi significativi a cui agganciarsi e da cui ripartire in un ambito di ricerca recente ed in divenire, non solo nel management dei beni culturali, ma nella necessità, quanto mai attuale, di una responsabilizzazione etica ed estetica nei confronti dei soggetti in crescita.
– Valeria Carnevali
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