Lo Strillone: Helmut Newton in mostra a Venezia ma censurato sul web su Il Fatto Quotidiano. E poi nozze al museo, Boccioni a Milano
“Un’oscenità illimitata, brillante, vivida: a tratti becera, a volte sopraffina”. Questa, a dire de Il Fatto Quotidiano, la prima impressione che si ha di Helmut Newton con la mostra aperta fino al 7 agosto nella Casa dei Tre Oci a Venezia: “Il paradosso è quello che conosciamo tutti: se metti quelle foto sul web vieni […]
“Un’oscenità illimitata, brillante, vivida: a tratti becera, a volte sopraffina”. Questa, a dire de Il Fatto Quotidiano, la prima impressione che si ha di Helmut Newton con la mostra aperta fino al 7 agosto nella Casa dei Tre Oci a Venezia: “Il paradosso è quello che conosciamo tutti: se metti quelle foto sul web vieni segnalato. Negli anni Settanta circolavano su Vogue ed ora, con tutti i siti porno esistenti, non puoi pubblicare. Forse perchè sono opere d’arte di un grande fotografo e l’alto e il basso sono soggetti a leggi diverse? Si tratta infatti di un colosso nel genere nudità e dell’erotismo internazionale”. La particolarità di questa mostra veneziana? “Un percorso che parte da un intimo psicologico ancora poco conosciuto, come quelle sofisticate o triviali camere d’hotel dove sono (sempre) le donne – rigorosamente nude – ad uccidere, per soffocamento, uomini apparentemente indifesi, mentre la tv a colori indica l’ora del delitto, o una tenda verde copre l’evento delittuoso e le probabili urla della vittima”.
In Reggia o al museo, ecco il tariffario delle nozze d’arte. La Repubblica sfida le ire dei puristi del museo-non-si-tocca – “nonostante i dubbi di alcuni storici dell’arte e dello stesso ministro Dario Franceschini, gli organizzatori di matrimoni ricevono sempre più richieste per cerimonie tra quadri e soffitti affrescati” – e pubblica i prezzi richiesti per le nozze d’arte: ”dai 366 euro del Maschio Angioino ai 15mila del Circo Massimo”. Nell’ampia offerta artistica milanese di questi giorni, Libero sceglie di recensire Umberto Boccioni a Palazzo Reale: “il cuore della mostra è il prezioso gruppo di 61 disegni del Castello Sforzesco, precedentemente presentato al pubblico nella sua completezza solo nel 1979 al Pac. Si tratta del corpus grafico boccioniano più rappresentativo al mondo, che sintetizza sulla carta le evoluzioni dello stile dell’artista”.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati