Lei, lui, e l’altra. L’Austria ha scelto il team per il suo padiglione alla Biennale d’arte di Venezia del 2017. Un tris d’arte, non di primo pelo. Wurm e Kowanz, gli artisti
A meno di tre mesi dalla nomina del direttore della 57. Biennale d’Arte di Venezia (13.05/26.11.2017), l’Austria risponde nominando i protagonisti del padiglione nazionale. Sono Christa Steinle, “Kommissärin”, Brigitte Kowanz e Erwin Wurm, gli artisti. Del tutto inattesa la designazione della Steinle nel ruolo di commissario/curatore, un fiore all’occhiello giunto a sessantaquattro anni, anche se, […]
A meno di tre mesi dalla nomina del direttore della 57. Biennale d’Arte di Venezia (13.05/26.11.2017), l’Austria risponde nominando i protagonisti del padiglione nazionale. Sono Christa Steinle, “Kommissärin”, Brigitte Kowanz e Erwin Wurm, gli artisti.
Del tutto inattesa la designazione della Steinle nel ruolo di commissario/curatore, un fiore all’occhiello giunto a sessantaquattro anni, anche se, sicuramente, può vantare una buona esperienza sul campo, essendo stata per un ventennio, fino al 2011, l’attiva direttrice della pregevole Neue Galerie di Graz, capoluogo della Stiria, spodestata, a suo tempo non senza qualche polemica e amarezza, con l’arrivo di Peter Pakesch.
I MEGLIO MIDCAREER
Ecco invece l’identikit degli artisti. Brigitte Kowanz, artista viennese di nascita e cinquantanove anni appena compiuti, è nota al pubblico romano, quello di buona memoria, per la sua personale del 1996 allo Studio d’arte di Pino Casagrande; ma anche per aver fatto parte di una bella collettiva al Macro nel 2012, intitolata Neon-La materia luminosa dell’arte. Incommensurabilmente più frequente la sua presenza nel resto d’Europa.
Erwin Wurm, infine, è un nome di fama internazionale, pertanto uno degli artisti più noti e benvisti in Austria. Sessantaduenne, nato in Stiria, vive e lavora a Vienna. È l’autore della casetta “stretta”, anzi strettissima, esposta nel giardino di Palazzo Cavalli-Franchetti di Venezia nell’ambito della Biennale del 2011. Ma già nel 2005 al Macro di Roma aveva esposto una casa, però “obesa”, in occasione di una sua personale intrisa di umorismo grottesco. L’improvvido settore “immobiliare” di Wurm era proseguito nel 2006, presentando al pubblico viennese una tipica, vera – verosimile – monofamiliare misteriosamente piovuta dal cielo sopra al Mumok, restando pericolosamente incastrata all’ingiù sul ciglio del tetto. L’installazione terrorizzava, annunciando la straripante retrospettiva dedicatagli dal museo viennese, con ampia documentazione fotografica delle One minute sculptures che hanno contribuito al suo successo.
-Franco Veremondi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati