Misteri in Germania: un furto di 11 Picasso dai caveau della società di servizi finanziari Portigon fa tremare Dusseldorf. E svela una storia dai contorni oscuri
In tempo di crisi aumentano i furti. Anche quelli d’arte. Sembra una banalità o un luogo comune, ma sta di fatto che nell’ultimo mese la nostra redazione ha registrato un aumento vertiginoso di notizie simili a questa, che tuttavia ha assunto dei contorni maggiormente misteriosi ai nostri occhi. A farne le spese questa volta è […]
In tempo di crisi aumentano i furti. Anche quelli d’arte. Sembra una banalità o un luogo comune, ma sta di fatto che nell’ultimo mese la nostra redazione ha registrato un aumento vertiginoso di notizie simili a questa, che tuttavia ha assunto dei contorni maggiormente misteriosi ai nostri occhi.
A farne le spese questa volta è la collezione Portigon AG, una società di servizi finanziari a Dusseldorf nella Renania Settentrionale – Westfalia alla quale sono state sottratte ben undici litografie di Pablo Picasso.
Il furto è stato confermato da un portavoce della compagnia lo scorso venerdì, come riporta lo Spiegel, il quotidiano nazionale, che fornisce anche una stima del maltolto: 1,1 milioni di euro, valore assicurativo, che potrebbe crescere di gran lunga una volta sul mercato.
La Portigon, società nata sulle ceneri della banca di stato della ex Germania Ovest, ha subito inoltre il furto di un’opera di Gabriele Münter, maestro dell’espressionismo astratto.
IL MISTERO DI DUSSELDORF
Una storia che presenta dei contorni poco chiari perché il furto non è degli scorsi giorni, bensì affonda le radici nell’inverno 2014/2015. In quel periodo i dipendenti avevano già segnalato che il caveau contenente le opere d’arte della collezione del gruppo assicurativo era stato trovato aperto e che dal computo finale mancavano ben dodici, importanti opere.
Il furto, poi segnalato dalla società al Governo, è stato secretato fino ad oggi, data in cui è stato reso noto al pubblico e alla stampa. La società Portigon ha vissuto, nella sua antica veste di WestLB, anni di splendore con circa 4.000 dipendenti, oggi ridotti a soli 250 e nel tempo ha raccolto una collezione di circa 380 pezzi con opere di Joseph Beuys, Gerard Richter, Sigmar Polke, Paul Signac, eccetera, che nel 2014 era già balzata agli onori della cronaca per la decisione presa dalla compagnia di metterla in vendita.
Alla disposizione si era opposta la Associazione nazionale degli Storici dell’Arte che aveva ottenuto di fermare lo smembramento, mantenendo la proprietà alla ex banca. Oggi le opere rubate sono nei records della polizia nazionale, chissà se a due anni di distanza riusciranno a ritrovarle.
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