Festival di Cannes 2016. L’anno dopo le polemiche
La rassegna d’oltralpe apre con un classico e punta su una selezione sofisticata. Tra gli italiani fuori concorso “Pericle il Nero” di Stefano Mordini e “La Pazza Gioia” di Paolo Virzì. Nessun italiano ammesso al concorso principale dopo la tripletta della passata edizione, ma tanti habitué internazionali, qualche azzardo e solo l’imbarazzo della scelta.
Entrati nelle grazie di un festival, difficilmente se ne esce (a meno di qualche battuta filo-nazista, vedi Lars Von Trier nel 2011). Quest’anno la tesi è ampiamente dimostrata dai nomi presenti in concorso: tornano infatti Ken Loach, i fratelli Dardenne, Pedro Almodovar, Olivier Assayas, Nicolas Winding Refn, Xavier Dolan, Jeff Nichols, Jim Jarmusch, tutti già passati nella stessa sezione durante gli anni scorsi. Quindi dopo l’incipit di Woody Allen, che è un omaggio al mondo del cinema, si entra nel vivo del concorso con Julieta di Almodovar. In Spagna pare il film sia stato boicottato dal pubblico dopo che i Panama Papers hanno dimostrato il coinvolgimento del regista, ma si vocifera che sia tra i suoi migliori degli ultimi anni. Olivier Assayas, ormai innamorato di Kirsten Stewart, attrice che sta dimostrando di sapersi reinventare con estrema intelligenza, questa volta vira verso il paranormale con esiti ancora incerti. Moltissima la curiosità intorno all’horror fluo, The Neon Demon, firmato Nicolas Winding Refn, che vede protagonista Elle Fanning nei panni di una super modella vittima di un voodoo. In Elle di Paul Verhoeven una donna molestata (Isabelle Huppert) diventa a sua volta stalker del violentatore, innescando un pericoloso meccanismo di dipendenza reciproca. Con The Salesman il premio Oscar iraniano Asghar Farhadi sembra tornare invece alle atmosfere sospese di About Elly. Jeff Nichols in Loving recupera un fatto di cronaca degli Anni Cinquanta, quando una coppia mista finì in carcere in Virginia e il fatto divenne un caso per i diritti civili.
FILONE MEDICO PER LA CURA DELLO SPIRITO
I fratelli Dardenne scelgono una storia sul senso di colpa, protagonista un medico che rifiuta di aiutare una ragazza bisognosa. Anche Ken Loach in I, Daniel Blake si dedica al tema della previdenza sociale e delle falle della burocrazia inglese. Sono dottori poi i protagonisti del film di Sean Penn (nel cast brillano Charlize Theron, Javier Bardem, Jean Reno, Adele Exarchopoulos), che, impegnati negli aiuti umanitari, si scontreranno sui propri ideali. È di nuovo in ospedale che il personale sanitario del film di Cristian Mungiu, Bacalaureat, scopre delle anomalie nelle morti di alcuni cittadini, diffondendo il sospetto tra gli abitanti.
LA FALANGE ITALIANA
Per ritrovare gli italiani bisogna cercarli nelle sezioni collaterali. Stefano Mordini approda in Un certain regard con Pericle Il Nero (prodotto dai fratelli Dardenne, da Valeria Golino e da Riccardo Scamarcio, anche protagonista del film), una storia di emancipazione da una famiglia camorrista. Proiezione Speciale per L’ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan, dove si racconta dell’angolo d’Italia, vicino Trieste, dove uomini e donne che vanno al mare sono ancora divisi da un muro. In Directors Fortnight la presenza del tricolore si fa massiccia con Marco Bellocchio e il suo Fai bei sogni, un’indagine sul trauma della perdita prematura di una madre, Fiore di Claudio Giovannesi, esplorazione del desiderio nella privazione del carcere e Paolo Virzì, con La pazza gioia, storia di amicizia, follia e amore.
Nella settimana della critica finisce invece I tempi felici verranno presto di Alessandro Comodin, storia misteriosa di una foresta che nasconde chi osa inoltrarvisi.
DUE VOLTE JARMUSCH
Doppia presenza per il regista americano di culto Jim Jarmusch: in Concorso con Paterson, in cui due giovani si confrontano con diverse aspirazioni, e nelle Proiezioni di Mezzanotte con Gimme Danger, documentario sul gruppo rock The Stooges, che vede protagonista Iggy Pop.
GLI IMPERDIBILI
Rischia il rogo chi passa da Cannes e non vede questi titoli:
1. Alejandro Jodorowsky torna nella Quinzaine, dove era già stato qualche anno fa, con La danza della realtà, e porta Poesia Sin Fin, dove ripropone gli anni della sua infanzia e giovinezza in una Santiago carica d’ispirazioni e piena di artisti.
2. Impossibile ignorare Neruda di Pablo Larrain, già regista di El club, che sceglie Gael Garcia Bernal per comporre il suo ritratto del poeta e Premio Nobel cileno.
3. Dog Eat Dog con Nicolas Cage e Willem Dafoe, film drammatico dove un crimine perfetto viene sventrato dalla giustizia. Garantisce Paul Schrader.
4. Captain Fantastic di Matt Ross con Viggo Mortensen e Frank Langella. Narra le vicende di un’idealista che deve fare i conti col mondo.
5. The Student del russo Kirill Serebrennikov, dove prende atto la guerra fredda intellettuale tra un allievo e la sua insegnante.
6. Infine, i piani criminali di Park Chan-Wook ambientati in Corea durante la colonizzazione giapponese.
LE CHICCHE
La figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, Lily-Rose Melody Depp, approda a Cannes in Un certain regard protagonista de La danseuse di Stephanie di Giusto, film sulla vita di Loie Fuller, ballerina che inventò la danza farfallina tanto famosa nei primi anni del secolo scorso. Laetitia Casta diventa regista di En Moi, un film con Yvan Attal su un’artista alle prese con la perdita d’ispirazione. Si sentirà anche parlare del cortometraggio di Chloë Sevigny, Kitty, che segue la surreale trasformazione di una donna in gatto.
I BLOCKBUSTER
Non c’è festival che si rispetti senza star, e le star arrivano con i blockbuster americani, meno interessanti ma sempre attesissimi. Quest’anno ci sono Jodie Foster dietro la macchina da presa col thriller Money Monster, interpretato da Julia Roberts e George Clooney; il cartone firmato da Spielberg, ispirato al romanzo di Roald Dahl, Il grande gigante gentile; The Nice Guys di Shane Black con Russell Crowe, Ryan Gosling e Kim Basinger; infine Hell or High Water di David Mackenzie, un thriller western con Chris Pine, Ben Foster e Jeff Bridges.
Federica Polidoro
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