Milano Livellara. Lo Spirit della bella stagione
L’ex stabilimento delle cristallerie Fratelli Livellara, in via Bovisasca a Milano, progettato dall'architetto Antonio Sant'Elia, sta per aprirsi nuovamente al pubblico. Gli spazi del 1921 daranno il via a una nuova, bella stagione. Tra cultura del ballo, della musica jazz, ma anche punti di ristoro e bar. Non è escluso, inoltre, un primo progetto di residenze per artisti.
Le Cristallerie Livellara stanno per aprire nuovamente i battenti in occasione dello Spirit de Milan. Il primo giorno di giugno, l’area tornerà a essere una pista da ballo, un teatro, un palco, un ristorante, un luogo di ritrovo, una nuova casa per le passioni. La serata milanese, Barbera & Champagne, lo scorso anno, è stata l’anima di Spirit de Milan. Una serata per ritrovare una Milano da osteria, con canto, musica e risate intorno allo stesso palco. Da non dimenticare anche la Holy Swing Night, l’autentica serata swing di Milano, tutta Anni Quaranta. Durante la quale ballare ai ritmi incalzanti delle migliori swing live band della penisola e internazionali.
“Comunque”, precisa Gianluigi Livellara, “qualche settimana fa abbiamo aperto al pubblico per la settimana del Salone del Mobile. Per tre giorni si è sviluppato l’evento Vans, con i prodotti di abbigliamento esposti nella prima parte dell’ex fornace. Un allestimento che ha proposto una storia sulle scarpe, alcuni eventi organizzati con numerosi skateboarder, un mercatino e tanta musica”.
Potresti ripercorrere in breve la storia architettonica e industriale del sito de La Livellara?
La Livellara è oggi archeologia industriale del 1921. L’area, nei primi Anni Venti, era dedicata a un oleificio industriale e portava il cognome della famiglia fondatrice, Balestrini. Si produceva olio vegetale. Poi nel 1963 i miei nonni hanno comprato l’azienda in cui siamo ancora adesso e nel 1964 si sono stabiliti in quest’area di quasi 11.000 metri quadrati. Inaugurando così la parte produttiva e commerciale. Prima di questa data la produzione era a Murano, mentre in seguito è stata portata a Milano, con i maestri muranesi, i loro forni e le loro attrezzature. I nonni avevano pensato di rifarsi dei soldi spesi per il terreno, vendendo il ferro che si trovava all’interno, ma poi così non è stato.
Portare al di fuori enormi cisterne nelle quali era contenuto l’olio sarebbe stato davvero oneroso. La produzione di cristallo lavorato a mano e soffiato a bocca è cessata, da luglio 2004. L’unica differenza che ci caratterizzava, rispetto a Murano, è che non presentavamo vetro colorato. Creando una liaison tra il cristallo e il vetro muranese. Oggi, nell’edificio principale, che si affaccia su Via Bovisasca, esponiamo e vendiamo la nostra parte commerciale, con piatti e articoli per la casa, base delle attività della Livellara.
A livello produttivo, oggi, qual è la parte attiva del sito?
La parte frontale dell’edificio d’ingresso è oggi adibita a sala campionaria, a spaccio, uffici e parte commerciale. Il magazzino è stato invece trasferito in interinale ed è per questo motivo che si sono liberati molti spazi. Ed è così che abbiamo pensato di utilizzare quest’area in modo diverso, facendola rivivere in maniera differente.
Quale risposte avete cominciato a dare al grande interrogativo posto dal futuro de La Livellara? Potresti illustrare in breve i più importanti concerti e appuntamenti che si sono svolti?
La Livellara continua a commercializzare i propri prodotti e questo è il fulcro delle attività del sito, ma per mostrare questo centro di archeologia industriale abbiamo pensato di animarlo e aprirlo al pubblico, organizzando alcune serate a tema focalizzate sulla musica e sulla cultura del ballo. Soprattutto, per cercare di restituire efficienza anche al patrimonio degli spazi: oggi, per essere mantenuti a dovere, richiedono uno sforzo davvero oneroso.
Se nella vecchia fornace non continuassimo a proporre attività ricreative, culturali, il sito entrerebbe in decadenza, giorno dopo giorno. Qui abbiamo già fatto lavori di ammodernamento, ma, per quanto ci riguarda, è stato davvero difficile far comprendere alle autorità il nostro progetto di voler mantenere l’architettura esistente, come se fosse stata fermata dal tempo. Noi volevamo che chiunque in visita potesse respirare il gusto e la storia nel vecchio edificio.
Quali sono stati, invece, i responsi comunali, tecnici, alla vostra richiesta di mantenere gli spazi intatti, ancora immersi nel loro tempo?
Abbiamo dovuto portare l’immobile a un punto di sicurezza che permettesse a chiunque di entrare e viverlo in libertà. Mantenendo, però, la tradizione stilistica del complesso, senza stravolgerlo. Abbiamo cercato di renderlo come erano i vecchi cortili milanesi di una volta: con alcuni punti bar, con un luogo adibito al ristoro, una pista da ballo e un palco, per fruire musica all’esterno, nella bella stagione. Per quanto riguarda, invece, l’interno, invece, siccome si deve sempre andare incontro alla burocrazia, per cercare di rimettere in funzione gli spazi, abbiamo dovuto davvero trovare risposte a domande molto complesse. I permessi per poter far entrare il pubblico all’interno di un edificio del 1921 sono stati onerosi.
A livello generale, abbiamo avuto molto appoggio dall’endorsement culturale della città, mentre i tecnici avrebbero voluto stravolgerlo, anche se noi abbiamo resistito sulla nostra linea. Incorrendo in situazioni antipatiche. Abbiamo provveduto all’intumescenza dei punti in ferro dell’architettura, così come alla riqualificazione dell’impianto elettrico che deve essere a norma, ma quando hanno cominciato a domandare la certificazione antisismica su un edificio del 1921, abbiamo trovato due versioni diverse dell’applicazione di questa legge – tra l’altro promulgata nel 1985. Dunque è ancora molto complicato far rivivere questi stabili e aprirli al pubblico.
Quali sono i programmi culturali, musicali del 2016 per La Livellara?
Torneranno le serate a tema: mercoledì, ad esempio, con il tango argentino; oppure giovedì con la serata milanese, dedicata al teatro, alla musica e a quegli autori che si rifanno al Derby, impartendo anche lezioni di dialetto milanese. La programmazione ufficiale prenderà il via il primo giorno di giugno, quando ci si augura comincerà anche la bella stagione e quando i nostri tesserati – abbiamo dovuto costituire un club per far sì che la gente usufruisse degli interni – cominceranno a godersi l’area.
E come immaginare l’arte in spazi tanto integri?
Noi vorremmo istituire, all’interno di una parte della Livellara, residenze per artisti appartenenti a tutte le discipline, prestando ospitalità a coloro che vengono a Milano per lavorare e, magari, lasciando che usufruiscano dei nostri spazi per proporre eventi, incontri o serate senza spostarsi eccessivamente. L’intenzione è, e resta, quella di creare un polo milanese per la cultura e per la musica. In linea anche con l’ultima tendenza che vede la rinascita della periferia cittadina affidata alle forze dei privati.
Ginevra Bria
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