Dovremmo ricordarci di Günther Förg (Füssen, 1952 – Neuchâtel, 2013) più come un architetto che come un pittore, scultore e fotografo: c’è un atteggiamento, un sentire da architetto in tutta la sua opera. Ce lo dimostra anche una delle poche esposizioni di questo artista in Italia, allestita in questi giorni alla Gió Marconi di Milano, che presenta la sua ultima produzione in un, appunto, “förgiano” spazio completamente bianco. Uno spazio che sarebbe sbagliato definire neutro.
Durante gli ultimi anni di attività, Förg ha dato vita a una cospicua serie di quadretti di piccole dimensioni pensati come riproposizione su scala ridotta di acrilici su tela precedentemente realizzati (alcuni sono esposti autonomamente, altri con il corrispettivo acrilico più grande). È un’operazione di ripensamento e di riflessione sulla propria opera, quadri nati per ripensare altri quadri, in una dimensione, quasi, di meta-pittura, di pittura che riflette su se stessa. Procedendo dall’opera più grande a quella più piccola e ribaltando quindi il consueto e secolare degli artisti, abituati a partire da uno schizzo per arrivare all’opera finita.
Michele Signorelli
Milano // fino al 21 maggio 2016
Günther Förg – Le coppie si passano la palla
GIO MARCONI
Via Tadino 20
02 29404373
[email protected]
www.giomarconi.com
MORE INFO:
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