L’ironia critica di Dan Rees. A Roma

Nomas Foundation, Roma – fino al 10 giugno 2016. Prima personale in un’istituzione italiana per Dan Rees, artista gallese nato nella stessa cittadina di Dylan Thomas. Ironia, critica sociale e politica, pittura, leggerezza e temi attuali. Un mix bizzarro, che disorienta ma funziona. Nel segno del concettuale.

UN’IRONIA CHE DISORIENTA
Pare divertirsi, Dan Rees (Swansea, 1982), a sfidare gli sguardi e le certezze del suo pubblico. A sparigliare le carte, a incuriosire e disorientare, a confezionare bouquet di polemiche sottili, divertissement, linguaggi lontani, paradossi e faccende serie. L’ironia sullo sfondo, brandita come un’arma giocattolo; e poi processi, oggetti, cronache, relazioni, imparando l’arte di incidere e dissimulare la lama.
Per la sua personale da Nomas Foundation il giovane gallese sceglie un titolo denso. Road Back To Relevance è il ritorno a ciò che conta. L’essenziale, l‘autentico. Che sono il senso perduto delle cose, l’equilibrio, l’equità sociale, oltre l’odierna deriva capitalistica.
La vocazione ludico-polemica passa ad esempio per lo sdoganamento delle alghe – cibo povero e nutriente, diffuso in Oriente e snobbato in Occidente – trasformate in prodotti cool: l’umile risorsa diventa feticcio appealing in un’accurata campagna pubblicitaria, mentre una cisterna domestica colma d’acqua salata dimostra come si possa improvvisarne la coltura, ovunque e senza mezzi.

Dan Rees – Road Back To Relevance – installation view at Nomas Foundation, Roma 2016 – photo Roberto Apa

Dan Rees – Road Back To Relevance – installation view at Nomas Foundation, Roma 2016 – photo Roberto Apa

THATCHER E CLICK
E mentre in un video si ricorda la battaglia dei lavoratori del Nicaragua, che sotto il regno della Thatcher ebbero la solidarietà dei colleghi del Galles, il pensiero va all’attivismo di ieri – condotto a suon di locandine, sit-in e giornali – oggi divenuto clicktivism: l’ipercomunicazione digitale espande, produce, amplifica. Ma non semina più e non crea legami. Che ne sarà del volto umano della rivoluzione? Stesso tema per i due billboard trivision in alluminio. Vuoti. Le bande parallele scorrono in avanti e all’indietro, ma nessuna immagine si compone. Una pausa visiva, nell’overdose di segni metropolitani, che toglie funzione all’oggetto e lo trasforma in raffinata scultura cinetico-minimale.

Dan Rees – Road Back To Relevance – installation view at Nomas Foundation, Roma 2016 – photo Roberto Apa

Dan Rees – Road Back To Relevance – installation view at Nomas Foundation, Roma 2016 – photo Roberto Apa

IL TRANELLO È SERVITO
E poi la pittura. Un trionfo d’astrazione variopinta, tra nuvole di plastilina spianate su tela e pattern decorativi ispirati all’Artex, materiale che in Inghilterra abbelliva i soffitti delle abitazioni piccolo-borghesi. Soffitti kitsch, disprezzati da quell’upper class che oggi se li ritrova in casa, in forma di costosi dipinti. E il tranello è servito.
Critica socio-politica e taglio concettuale, dunque, ma senza dimenticare un certo coté giocoso, lieve. Il ritorno all’origine forse sta anche in questa leggerezza. Dipinti informali e sculture come assemblaggi dada-pop diventano strumenti per generare sogni, spezzare la routine, imbastire insurrezioni minute e quotidiane, recuperare lo stupore. Oltre l’impostura del mainstream, a cui Rees sa di appartenere ma che continua a pungolare. Tra furbizia e verità.

Helga Marsala

Roma // fino al 10 giugno 2016
Dan Rees – Road Back To Relevance
a cura di Ilaria Gianni

NOMAS FOUNDATION
Viale Somalia 33
06 86398381
[email protected]
www.nomasfoundation.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53832/dan-rees-road-back-to-relevance/

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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