E se lo facessimo anche noi? La Romania chiede soldi ai cittadini per comprare una scultura di Constantin Brancusi
Certo, copiare un paese dall’economia e dagli equilibri sociali martoriati da decenni di regime comunista e poi di post-comunismo, non sembrerebbe il massimo per un altro paese che è membro del G7. Eppure l’attenzione dell’Italia ai beni culturali è tutto considerato talmente bassa – siamo penultimi in Europa quanto a percentuale di PIL dedicato, come ripetiamo […]
Certo, copiare un paese dall’economia e dagli equilibri sociali martoriati da decenni di regime comunista e poi di post-comunismo, non sembrerebbe il massimo per un altro paese che è membro del G7. Eppure l’attenzione dell’Italia ai beni culturali è tutto considerato talmente bassa – siamo penultimi in Europa quanto a percentuale di PIL dedicato, come ripetiamo spesso anche noi – che anche una soluzione come questa che si affaccia in Romania potrebbe essere presa in considerazione.
Che succede a Bucarest? Succede che lo Stato si è messo in testa di acquisire The Wisdom of the Earth, una delle ultime sculture di Constantin Brancusi – gloria nazionale, anche se formatosi e vissuto in Francia – disponibili sul mercato: costo, 11 milioni di euro.
Le sofferenti casse pubbliche, però, non possono disporre che di 5 milioni: che fare? Chiedere ai cittadini di finanziare i restanti 6 milioni, solleticando il loro orgoglio nazionale all’insegna dello slogan “Brancusi è mio”. Per la verità, la risposta dei rumeni per ora non è stata all’altezza: per ora si stanno raccogliendo mediamente 22mila euro a settimana, quando per centrare l’obbiettivo la campagna – aperta fino al 30 settembre – dovrebbe fruttare 35mila euro al giorno. Nelle prossime settimane, il Ministero della Cultura lancerà un Telethon e una campagna di donazioni via SMS per spingere la raccolta.
– Massimo Mattioli
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