L’Italia e l’anonimato. Walker Evans a Reggio Emilia
Palazzo Magnani, Reggio Emilia – fino al 10 luglio 2016. Due mostre omaggiano il grande fotografo americano. Puntano l’attenzione sul legame tra Evans e il Belpaese, senza dimenticare una sua dote nascosta, quella di redattore.
EVANS E L’ITALIA
Con due mostre su Walker Evans (Saint Louis, 1903 – New Haven, 1975), Palazzo Magnani a Reggio Emilia si inserisce per il primo anno nel circuito ufficiale di Fotografia Europea. Sensibile scrutatore di un’epoca, Walker Evans ha raccontato senza idealismi la vita ai margini della società americana, con dedizione ha colto la dignità di quelle persone rinchiuse nel disagio della povertà, del duro lavoro, della strada o della grigia quotidianità.
La prima mostra, Walker Evans. Italia a cura di Laura Gasparin, raccoglie una cinquantina di scatti tra cui anche quelli di Ghirri, Basilico, Barbieri e Guidi, per illustrare il livello di incidenza sul terreno fotografico nazionale dell’autore americano. Un ragionamento sull’inserimento nel flusso espressivo nostrano delle immagini giunte nel dopo guerra, invero alcune già presenti clandestinamente nel 1939 nella rivista Corrente con la recensione di Alberto Lattuada. La corrispondenza tra Evans e gli autori italiani, precisa, quasi speculare in alcuni lavori, esaurisce presto la mostra su se stessa mancando di pareggiare l’ampiezza che la fortuna in Italia di un autore come Evans richiederebbe.
ANONIMATO E DINTORNI
L’argomento comunque si aggancia al tema di Walker Evans. Anonymous di David Camapany, Jean-Paul Deridder e Sam Stourdzé. Questa mostra esamina la sua attività redazionale attraverso l’esposizione di interi reportage di cui scriveva i testi, curava l’impaginazione iniziando anche, quando gli era consentito, dalla scelta del tema. Un pioniere, insomma, dell’editing e del design grafico, che si spostava per gli Stati Uniti con la sua Contax 35 mm a celebrare la vita quotidiana in un racconto di nobili ri-scatti. Nascosta la macchina fotografica nel cappotto, in metropolitana, rubava le impronte di esistenza dai volti assorti per una fotografia di strada ancora lontana dalla prepotente profusione dei sistemi di cattura dell’era digitale. Questa serie, l’antesignana Many are Called presente in mostra, nasce nel 1938 e venne pubblicata poi nel 1966.
Con Labor Anonymous si continua a parlare della sua immersione nella vita di tutti i giorni, della capacità di avvicinarsi alle persone per strada mentre si avviavano frettolosamente al lavoro, così, tra fotografie e riviste, il pubblico condivide la stessa vicinanza, mentre si spiega l’aspetto interessante e fondamentale, finora trascurato, di un Evans redattore.
Domenico Russo
Reggio Emilia // fino al 10 luglio 2016
Walker Evans. Anonymous
a cura di David Camapany, Jean-Paul Deridder e Sam Stourdzé
Walker Evans. Italia
a cura di Laura Gasparin
Catalogo Silvana Editoriale
PALAZZO MAGNANI
Corso Garibaldi 31
0522 444446
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