Arte e intelligenza artificiale. Un team italiano vince l’IK Prize 2016, promosso dalla Tate di Londra insieme a Microsoft
Un software in grado di analizzare migliaia di immagini e metterle a confronto, cercando di individuare possibili affinità e connessioni. Si chiama Recognition ed è un’idea nata da un team per due terzi italiano composto da Angelo Semeraro, Coralie Gourguechon e Monica Lanaro, artisti, designer e ricercatori attualmente in residenza presso Fabrica, il centro di […]
Un software in grado di analizzare migliaia di immagini e metterle a confronto, cercando di individuare possibili affinità e connessioni. Si chiama Recognition ed è un’idea nata da un team per due terzi italiano composto da Angelo Semeraro, Coralie Gourguechon e Monica Lanaro, artisti, designer e ricercatori attualmente in residenza presso Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group che ha sede a Villorba, in provincia di Treviso.
Recognition è un progetto di computer vision e intelligenza artificiale che va a toccare una serie di temi molto importanti e sentiti nel campo della ricerca sull’immagine contemporanea: la capacità dei computer di “vedere” e “riconoscere”, la gestione e la valorizzazione di grandi archivi di immagini (come quelli dei musei), lo studio delle connessioni, consapevoli o inconsapevoli, tra le opere d’arte del passato e le immagini del presente. Una versione moderna e totalmente automatizzata dell’Atlante della Memoria di Aby Warburg, che analizzerà e cercherà collegamenti formali e contenutistici tra la collezione di opere d’arte della Tate di Londra e gli archivi di news fotografiche.
LE MOTIVAZIONI DEL BANDO
Il progetto, che sarà visibile alla Tate di Londra (oltre che online) alla fine dell’estate, ha appena vinto il prestigioso IK Prize, un riconoscimento che il museo britannico assegna ogni anno dal 2013 alle migliori iniziative nel campo della creatività digitale. Quest’anno, in particolare, il bando richiedeva ai partecipanti di concentrarsi sul tema dell’intelligenza artificiale, trovando il modo di valorizzare l’archivio di immagini del museo e offrire al pubblico nuove modalità per la sua fruizione. I visitatori potranno osservare la macchina al lavoro mentre questa metterà a confronto composizione, stile e soggetto, producendo un flusso di immagini curate dall’algoritmo. Nella galleria i visitatori potranno immergersi in un’installazione per esplorare questa collezione virtuale inedita e generata in tempo reale. “Siamo interessati a capire come la tecnologia digitale sta cambiando la percezione del tempo e del mondo intorno a noi. Insegnare a una forma di intelligenza artificiale come confrontare la collezione Tate con l’archivio del fotogiornalismo contemporaneo è un’opportunità unica per esplorare il modo in cui guardiamo il mondo”, hanno dichiarato i creatori del progetto. Il team di Fabrica ha ricevuto, grazie a una generosa sponsorizzazione di Microsoft, un premio di £15.000 e un budget di produzione di £90.000 per la realizzazione dell’idea.
– Valentina Tanni
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati