Sembra quasi un paradosso, nel clima generale di mobilitazione e di preoccupazione: eppure il tweet di Yannick Lintz è esultante. Lei è la direttrice del dipartimento delle Arti dell’Islam del Louvre, e la sua esultanza si comprende dalle foto che allega al messaggio, e che noi prendiamo a prestito: esulta per aver messo in salvo le “sue” opere, proteggendole da una eventuale – speriamo inesistente – esondazione della Senna. È questo il clima che regna oggi nella Ville Lumiére: e il pensiero non può non andare a Firenze, a 50 anni giusti dalla piena dell’Arno che causò tanti danni ai musei fiorentini: magari quel pensiero ha accelerato le precauzioni francesi. Proprio il Louvre – inevitabile, per dimensioni e importanza – è al centro dell’attenzione: museo chiuso dal pomeriggio di ieri, oggi tutti al lavoro per mettere in sicurezza 250mila (avete letto bene, duecentocinquantamila!) opere che potrebbero essere a rischio in caso di piena della Senna. Trasportate ai piani superiori.
UNITÀ DI CRISI AL MUSÉE D’ORSAY
Al Musée d’Orsay è la storia a dettare l’agenda: in rete circola infatti una foto delle gallerie sommerse dall’acqua nel 1910. Anche qui cancellata l’apertura serale di giovedì, e oggi porte sbarrate e si lavora al “piano di protezione” contro l’alluvione della Senna: all’interno della ex stazione ferroviaria di Orsay, che si trova proprio lungo il fiume, è stata istituita una unità di crisi della Reunion des Musées Nationaux. Molte opere vengono trasportate nelle sale espositive a piani superiori dell’edificio, ma molte erano già state stoccate in altri edifici nei giorni scorsi, come misura preventiva. Più tranquillo il Musée du Quai Branly: inaugurato soltanto nel 2006, essendo proprio sulle rive della Senna prevedeva fin dal progetto misure specifiche per fronteggiare un eventuale rischio alluvioni, con un piano strutturato su ben 22 procedure. Chiusi ed evacuati a parigi anche il Petit Palais e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, dove si lavora a prevenire i rischi per le opere. Intanto c’è qualcuno che cerca di sdrammatizzare facendo ironia: è stato infatti creato l’hashtag #InondationDansUnFilm, con il quale gli utenti possono rivisitare i titoli di film che hanno a che fare con le acque. Fra i più gettonati Un K-Way nommé désir e Hiroshima mon Nemours (riferimento alla località più colpita dall’alluvione).
– Massimo Mattioli
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