Nel cuore del collezionismo. Enea Righi a Palazzo Fortuny
Nuovo appuntamento con l’arte nell’istituzione museale veneziana, ospite di una grande collezione contemporanea. Da Philippe Parreno ad Alighiero Boetti, il ritratto di una raccolta non convenzionale. Enea Righi è a Palazzo Fortuny.
La dimora veneziana che fu di Mariano Fortuny apre le porte a un nuovo evento espositivo, dimostrandosi un luogo quanto mai adatto ad accogliere una parte delle opere scelte e volute da un altro grande collezionista, Enea Righi.
Quand fondra la neige, où ira le blanc, curata da Eric Mézil e Lorenzo Paini, riunisce – nel museo custode del patrimonio artistico appartenuto a Fortuny – un nucleo di lavori che riflettono un atteggiamento collezionistico lontano dalle logiche del mercato e vicino al sentire del suo autore. Abbattendo il limite della cronologia, le opere sono organizzate lungo fil rouge tematici legati alle dinamiche di un collezionismo “emotivo” e umano. La dialettica fra reale e fiction, la ricerca di una propria identità, l’immanenza del corpo, fisico e concreto, cui fa da specchio una morte inevitabile eppure foriera di possibilità altre, di un’eternità cui l’azione collezionistica aspira, sono i nodi concettuali di una mostra sorprendente.
COSA RESTA DEL COLLEZIONISMO?
Prendendo in prestito il titolo dell’opera di Rémy Zaugg, la rassegna si interroga sulle tracce lasciate dal bianco dopo che la neve si sarà sciolta, ovvero, fuor di metafora, sul senso ultimo di una collezione, al netto delle speculazioni e delle mode. In una vera e propria escalation dall’ingresso all’ultimo piano del museo, la mostra è organizzata per passaggi, in un gioco di alternanze tra ironia e profondità, tra leggerezza e inquietudine, tra storia e nuovi orizzonti percettivi.
Il tutto osservando le dinamiche di un collezionismo non mediato e “di pancia”, che ritrova nelle opere le tante sfumature della sua ragion d’essere. Collezionare, scegliendo d’istinto, significa ricorrere all’arte come puntello per rafforzare la consapevolezza e il coraggio necessari a definire se stessi e il tempo in cui si vive. E quale strumento migliore di un’opera per far fronte alla vertigine dell’oblio e del vuoto associata al venir meno della propria esistenza?
PASSAGGI DI SENSO
Dal basso all’alto, dal materiale all’astratto, gli artisti scelti da Righi sembrano passarsi il testimone verbale e visivo di un discorso ininterrotto, che non solo ha a che fare con il collezionista, ma con l’umanità tutta. Gli sforzi per tracciare un’identità individuale e collettiva risuonano nelle esplosioni simulate di Thomas Hirschhorn e nelle revisioni storiche di Walid Raad e Akram Zaatari, mentre la morte, sarcasticamente evocata da Gino de Dominicis, insidia i corpi descritti da Ana Mendieta e Pablo Bronstein, nascondendosi tra le pieghe del tempo sequenziale nei cento ritratti di Hans-Peter Feldmann e quasi ammutolendosi di fronte all’energia sensuale dei soggetti di Dorothy Iannone.
La corsa verso l’eternità attraversa le utopie architettoniche di Superstudio, gli equilibri impossibili di André Komatsu e le prospettive mutevoli di Enzo Mari, così come la presunta permanenza della scrittura messa in campo da Joseph Kosuth e Roni Horn. Fino a raggiungere l’evanescenza, quanto mai palpabile, del puro pensiero, fra El Pensamiento, riverso a terra, di Carlos Garaicoa e la riflessione al neon di Peter Friedl: “Io posso trovare fantasie dove non c’è nessuno”. Forse, il senso di una collezione, e dello stare al mondo, è tutto lì.
Arianna Testino
Venezia // fino al 10 ottobre 2016
Quand fondra la neige, où ira le blanc
a cura di Eric Mézil e Lorenzo Paini
PALAZZO FORTUNY
San Marco 3958
041 5200995
[email protected]
http://fortuny.visitmuve.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/54319/quand-fondra-la-neige-ou-ira-le-blanc/
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