Me&Sea 2016. Il mare si racconta, a Messina
Giunto alla seconda edizione, il festival siciliano dedicato al mare ha nuovamente puntato lo sguardo sulla necessità di riqualificare un territorio la cui identità attinge da sempre all’elemento marino. Un’iniziativa efficace, complici i numerosi artisti impegnati a Messina e oltre.
UN FESTIVAL DA RACCONTARE
Ci sono storie belle che vale la pena raccontare. Una di queste ha come protagonista la città di Messina che, a partire dal 2015, ha visto moltiplicarsi una serie di iniziative volte a riqualificare il proprio territorio. Questa storia è stata scritta grazie all’impegno di FeelLand Group, associazione nata con l’intento di risollevare le sorti economiche e culturali della città e che ha dato vita alla seconda edizione del Festival del Mare Me&Sea, organizzato sotto il Patrocinio delle Giornate Europee del Mare (EMD) per la promozione e la salvaguardia delle risorse marine.
Il festival, che quest’anno si è svolto il 28 e il 29 maggio, prevedeva una serie di manifestazioni volte alla riqualificazione del territorio, attraverso quell’elemento che, sin dalle origini, è stato fondamentale per lo sviluppo della sua identità: il mare. Il fine principale è nobilissimo: candidare Messina a Capitale del Mare. Le motivazioni sono facilmente comprensibili se si considera l’importante ruolo della città quale tramite sociale, economico e, più in generale, culturale, tra la sua realtà isolana e mediterranea, e quella di respiro europeo.
TRA CITTÀ E MARE
L’idea da cui ha preso le mosse il Festival è accelerare quel processo di identificazione tra il cittadino e il mare, così importante ai fini della valorizzazione del territorio. Una interessante novità dell’edizione 2016 è stata l’ampliamento del raggio d’azione del Festival che, oltre a Messina, ha visto coinvolte altre località.
La prima incursione artistica, conclusasi a metà maggio, si è svolta infatti a Catania, nella sede siciliana dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sulla parete dei cui laboratori l’artista Poki ha realizzato un grande murale che rappresenta i risultati delle principali ricerche portate avanti dal Centro. Il risultato di questo felice connubio tra arte e scienza è una magnifica parete dove, in un immenso spazio blu marino, un grande cetaceo si aggira tra le colonne di un laboratorio sommerso, tappezzato di occhi e neutrini, che fanno riferimento all’importante progetto di ricerca portato avanti dall’Istituto: la realizzazione di quello che sarà il più grande laboratorio sommerso nel Mar Mediterraneo, il KM3NeT2 (Cubic Kilometre Neutrino Telescope).
DA CATANIA A MESSINA
Se dunque a Catania l’intervento artistico era legato a una realtà di stampo scientifico, diverso invece è l’approccio che si è voluto dare, a Messina, alla lettura dell’elemento marino e al suo ruolo per la città. Ruolo che, purtroppo, in alcune aree pare essersi perso. Non a caso la zona scelta per effettuare gli interventi artistici era quella di Maregrosso, una volta a carattere prettamente industriale, in seguito semi-abbandonata e oggi rivalutata grazie alla presenza di attività commerciali e ludico-culturali.
Eppure da qui il mare non si vede più. È solo il nome, infatti, a riportare alla mente il legame che questa parte di città doveva avere con l’elemento marino, rapporto negato da anni di accanimento edilizio che ne impediscono oggi visivamente e materialmente la fruizione. Ma, grazie alle incursioni degli artisti invitati a questa seconda edizione del Me&Sea, sarà possibile tornare a “vedere” il mare.
L’ARTE A MAREGROSSO
A Messina il Festival è stato realizzato in collaborazione con diverse realtà attive sul territorio. Tra queste l’associazione Lalleru (http://www.lalleru.it) che si è occupata della realizzazione delle opere a Maregrosso. Numerosi artisti, tra cui Kuma, Artisti per Caso di Patti, Poki, Inkfect e, con interventi ancora da realizzarsi, Rosamaria Crupi e il Collettivo FX, da una parte, hanno cercato di restituire alla cittadinanza un affaccio sul mare e, dall’altra, hanno ridato vita e significato alle esperienze di chi, in passato, partendo proprio da qui si è adoperato per ridare lustro alla città attraverso l’arte. A Maregrosso, infatti, si trova la casa-museo del primo artista “outsider” messinese, il Cavaliere Cammarata, che agli inizi del Novecento, trasformò la sua abitazione in un laboratorio-museo raffigurando, con materiali di risulta e pietre del mare, temi tratti dalla mitologia e dalla letteratura. Il suo sogno era trasformare quel luogo, da lui ribattezzato “Via Belle Arti”, in un vero e proprio viale artistico, a partire dalla sua dimora e dalla decorazione di muri oggi non più visibili. Ed è proprio nel segno e nel ricordo di questa ricercata bellezza che il Me&Sea è il portavoce ufficiale di una volontà di cambiamento e di rinnovamento artistico da parte di una città che sembra essersi finalmente risvegliata da un lungo stato di torpore.
Angelica Gimbo
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