Abitare i luoghi. Un festival a Bolzano
LanaLive International Culture Festival, a cura di Hannes Egger, è un’indagine sullo spazio dell’abitare, una collezione di luoghi rivelati da performance e interventi artistici. In evidenza il carattere distintivo e irripetibile di ciascun quartiere residenziale in un rapporto imprescindibile con i suoi abitanti.
UN FESTIVAL A TEMA
La quinta edizione del LanaLive Festival, in provincia di Bolzano, è giunta a conclusione tra concerti, interventi artistici e reading dedicati al tema delle zone residenziali. Festival interdisciplinare che ha preso forma nella mente dell’artista Hannes Egger come un’opera collettiva in cui sono coinvolti più attori. È lo spazio abitato a essere al centro quest’anno della serie di eventi che ha invaso case e strade della cittadina di Lana, in provincia di Bolzano. Sulla linea di Hotel Cubo, intervento di arte pubblica realizzato a partire dal Cubo Garutti di Museion, l’artista conferma l’interesse per i quartieri residenziali e i suoi abitanti, rivolgendo lo sguardo alla performance collettiva e all’indagine sociologica. Quasi a penetrare lo spazio privato, dimensione inviolata e inviolabile cara alla cultura mitteleuropea, molti i reading e i concerti che si sono svolti all’interno delle abitazioni, coinvolgendo i residenti, vera novità rispetto alle precedenti edizioni. Ambienti privati, pubblici, parchi condominiali hanno perso i propri connotati, facendo sorgere nuovi modi di pensare, vivere e condividere lo spazio.
SI PUÒ PARLARE DI PSICOLOGIA DEI LUOGHI?
Ma chi sono i colonizzatori di questa cittadina a metà tra spazio rurale e spazio urbano? Ogni quartiere ha la sua storia, la sua memoria individuale e collettiva. Gli artisti invitati hanno aggiunto ognuno un grado di consapevolezza in più alla storia di uno spazio urbano che negli ultimi sessant’anni ha visto raddoppiare la propria popolazione. A essere rievocati sono narrazioni, spostamenti, flussi di persone. Ogni luogo reca dei segni, dei simboli specifici, sembra assorbire la storia dei suoi stessi abitanti e configurarsi sulla base delle aspettative delle persone che ospita. Al di là dell’evento o dell’installazione in sé, ogni occasione ha svelato un’identità sottesa.
Dalle palazzine costruite per ospitare gli optanti di ritorno in Alto Adige, con il loro aspetto romantico e tradizionale, alle case INA degli Anni Sessanta, legate a un passato industriale e ormai non più abitate dagli operai italiani spesso provenienti dal Meridione, dai complessi residenziali degli Anni Ottanta – Case Clima ante litteram – a quelli più recenti, dotati di grandi parchi condominiali che favoriscono partecipazione e collaborazione.
INSTALLAZIONI: L’IMPORTANZA DELLA CONDIVISIONE
Le installazioni pensate per far scoprire questi luoghi e farne percepire il senso riflettono sul tema dell’identità – che si costruisce attraverso un’interazione con l’ambiente tramite un reciproco scambio –, sulle trasformazioni e sui flussi di persone. Come hanno inciso i vecchi e nuovi colonizzatori sullo sviluppo architettonico e urbanistico della città? Al tema degli spostamenti riconduce l’installazione di Maria Walcher, artista altoatesina residente a Innsbruck. Tre tende aperte, che giocano sulla contaminazione tra privato e pubblico, dentro e fuori, riecheggiano la condizione temporanea o permanente delle forme di stanziamento, mentre il rumore di porte che si aprono e si chiudono si sostituisce alla mancanza di pareti. In uno dei parchi condominiali più nuovi, Egger ha messo in luce i lati intimi delle persone, muovendosi di porta in porta e raccogliendo le canzoni preferite dei condomini, messe poi a disposizione di tutti all’interno di un juke-box. A indicarle non il titolo, ma i nomi stessi delle persone.
La condivisione dello spazio comune si arricchisce del lato privato, ciò che accade dentro viene portato fuori per essere fruito da tutti. Le altre installazioni mettono a disposizione dei cittadini cataloghi relativi al progetto INA CASA, a cui collaborarono importanti architetti a partire dal secondo dopoguerra, oppure film da noleggiare che ruotano sul tema dei complessi residenziali.
DI PORTA IN PORTA
Sempre di porta in porta, il coro maschile Ultner Bänkelsänger, come da tradizione per i canti dell’Avvento, si è esibito in canzoni dedicate alla Patria, alla casa, alla primavera nell’atmosfera romantica del quartiere degli optanti, un ambiente dolce e tradizionale creato per accogliere chi scelse di tornare dalla Germania. La storia del quartiere è diventata anche il tema di Bicinecleta, del collettivo artistico Basurama. Un esempio di cinema on the road in cui una bicicletta in movimento proietta il video dell’inaugurazione del condomino Baugruppe sui suoi muri degli edifici, circa quarant’anni dopo. Il coinvolgimento degli abitanti è forte anche nell’intervento di Jörg Zemmler, a metà tra il video musicale e il documento storico. Zemmler ha realizzato un video accompagnato da musica dal vivo con interviste alle persone e riprese filmiche all’interno di un complesso residenziale risalente agli Anni Ottanta. L’OMP – Orchestre Miniature in the Park di Berlino ha calato la propria esibizione all’interno di una festa organizzata in un nuovo quartiere abitato da giovani famiglie, uno spazio al confine tra privato e pubblico. Canzoni tematiche dedicate al sole, agli psicofarmaci, al mal d’amore accompagnate da strumenti musicali per bambini, in un’atmosfera molto hippie e colorata. Il festival si è trasformato in una grande opera collettiva in cui la partecipazione di ognuno si è resa necessaria per acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza della storia ma anche per costruire partecipazione e riscoprire l’anelito alla socialità da parte dell’uomo.
Antonella Palladino
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