Se non ci fossero precedenti tanto clamorosi quanto noti a tutti, anche ai non specialisti, la storia – la favola? – avrebbe anche una sua allure romantica. Una tela malconcia, con tanto di strappo causato da un topo, ritrovata 10 anni fa tra la spazzatura a La Rustica, uno dei quartieri più periferici e marginali di Roma. E quella tela porta le inconfondibili forme, e anche la firma, del più classico degli artisti maledetti, di qualcuno che quelle periferie, quella marginalità, le conobbe bene durante la sua breve vita. Parliamo di Amedeo Modigliani, e di un ritrovamento che vive oggi un momento di fulgore mediatico: che tutto sommato speriamo che perda presto, per tornare appunto alla dimensione della favola. Per evitare al grande artista, più che ai temerari protagonisti, una replica della citata beffa del 1984: quando alcune teste in pietra ritrovate in un canale a Livorno divisero la critica sulla loro autenticità, prima di rivelarsi dei falsi costruiti da 3 ragazzi con un Black&Decker.
SUPPORTO E PIGMENTI SAREBBERO DEL SECOLO SCORSO
Non pare necessario – e non è questa la sede – confutare l’inopinata attribuzione: sottolineare che non risultano particolari legami di Modigliani con Roma, dove avrebbe potuto lasciare – in una polverosa soffitta, per agevolare la lettura favolistica? – questa sua Odette, titolo attribuito al ritratto in questione. Sottolineare che – stante l’assoluta assenza di documentazione che attesti il pedigrée del dipinto, che ne segua gli spostamenti nei decenni, i passaggi di proprietà – sembra quantomeno arduo credere che questa opera sia finora sfuggita agli studiosi, alle prese peraltro con un catalogo numericamente ristretto come quello lasciato nei suoi 36 anni dal grande artista. Ci prova in questi giorni il critico d’arte Alberto D’Atanasio, che dopo il rifiuto di un pool di studiosi francesi anche solo di analizzare il dipinto, continua a battersi per il riconoscimento, forte di analisi chimiche che confermerebbero “che il supporto, i pigmenti e gli strati sovrapposti sono di quello stesso periodo 1917-1918”. A fine giugno Odette sarà esposta al pubblico, non è stato comunicato dove: e la favola potrebbe avere un nuovo finale…
– Massimo Mattioli
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