Succede spesso di associare la presenza dei bambini in un museo, o in una qualsiasi struttura culturale, all’idea di laboratorio didattico, di formazione, di spazi dedicati all’infanzia. Non è questo il caso delle Quam (Quadrerie del monastero) di Scicli, che venerdì 22 luglio sveleranno al pubblico 900 Zero 99 (un percorso del Novecento, da zero a novantanove anni), nuovo e ambizioso progetto di ricerca, dove i piccoli saranno i protagonisti.
Questo spazio espositivo, ricavato negli antichi magazzini del seicentesco Monastero di Santa Chiara che sorge sulla più bella via del Barocco in Sicilia – via Mormino Penna, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità – ospiterà fino al 18 settembre i lavori liberi di bambini dell’età di 3 e 4 anni accanto a opere di grandi maestri del Novecento.
IL PERCORSO DELLA PUREZZA
Giacomo Balla, Afro Basaldella, Pietro Consagra, Carla Accardi ma anche Jannis Kounellis e Fabrizio Plessi sono solo alcuni dei grandi artisti inseriti in questo insolito “percorso della purezza”, in cui i lavori di alcuni bambini sono stati selezionati dai curatori Antonio Sarnari e Carla Ricevuto proprio perché non ancora contagiati dalle sovrastrutture razionali degli adulti.
“Non abbiamo intenzione di sminuire il lavoro dei grandi maestri – dice Antonio Sarnari, curatore del progetto – al contrario vogliamo offrire il giusto merito e valore ai lavori di tanti bambini, che meglio degli adulti e meglio di alcuni artisti contemporanei, potrebbero insegnarci cos’è la purezza, la relazione tra le cose, la necessità di espressione… tutte cose fondamentali per un essere umano, e ancor più per un artista, che nella ricerca ambisce spesso alla più alta sintesi”.
MARTA & KOUNELLIS
In mostra una selezione “non tematica” di grandi maestri del Novecento, in cui le scelte sono cadute sulle opere di maggiore libertà, di autori dell’intero secolo scorso, in particolare tra l’astrazione e l’informale. Così capita che Balla, maestro del futurismo, esponga accanto a Diletta di tre anni, oppure che un’opera di Kounellis venga scambiata per una di Marta, che ha giocato con i segni delle lettere del proprio nome.
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