Una reggia contemporanea. A Capodimonte torna visibile la collezione del XX secolo del Museo
Sylvain Bellenger restituisce al pubblico la collezione d'arte contemporanea della reggia partenopea: a Capodimonte si potranno vedere opere di Burri, Merz, Sol LeWitt, Pistoletto, Buren e tanti altri
“Vorrei che Capodimonte riconquistasse il suo vero posto nel mondo, con il suo parco unico di 140 ettari, i suoi 17 edifici storici e la magnifica collezione, che deve tornare ad avere un ruolo protagonista sulla mappa dei musei mondiali.” Così qualche mese fa Sylvain Bellenger, allora neodirettore della reggia partenopea, raccontava ad Artribune il Museo di Capodimonte dei suoi sogni.
Ora un’altra sezione della collezione viene restituita al pubblico: dal 14 luglio il Museo di arte antica, unico in Italia ad avere una sezione dedicata al contemporaneo, renderà visibile la sua raccolta di opere del secolo scorso. Sono molti i protagonisti dell’ala espositiva sulle forme del presente e tutti nomi illustri: da Alberto Burri a Mario Merz; da Daniel Buren a Carlo Alfano; da Sol LeWitt a Joseph Kosuth a Andy Warhol. E ancora Pistoletto, Fabro, Kounellis, tanto per citarne alcuni, i cui lavori sono stati acquisiti nel tempo grazie all’impegno di Lucio Amelio e alla sua collaborazione con i Soprintendenti Raffaello Causa e Nicola Spinosa, tra gli anni Settanta e Ottanta. Ad Amelio, grande animatore della scena culturale partenopea si deve ad esempio la presenza del Grande Cretto Nero di Burri, ma anche di molte altre opere della raccolta, mentre un altro importante ruolo lo ebbe Graziella Lonardi Bontempo, la diotima degli Incontri Internazionali d’arte di Roma, cui sono dedicati gli ambienti del museo che ospitano la collezione contemporanea, e che collaborò con Capodimonte dal 1987 curando una serie di mostre.
UNA CARTA NAPOLETANA PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Questo progetto fa parte anche delle convenzioni offerte da Artecard, la tessera che consente di vedere l’arte contemporanea a Napoli, con una sorpresa in più. Dal 14 luglio i visitatori avranno l’opportunità di scoprire un lavoro degli anni ’60 di Cy Twombly, in prestito temporaneo a Capodimonte. Dalle ore 18, grande festa per la riapertura che celebra inoltre gli interventi di restauro sul Cretto Nero di Alberto Burri, 1978, In ascolto (Stanza dello Spettatore) 2005, di Giulio Paolini e Terra della Pace, 1990-1991, di Luigi Mainolfi. E ancora, saranno visibili: Onda d’urto, 1987 di Mario Merz, Indizi-opera in situ, 1987-1997 di Daniel Buren, e lo spazio White bands in a black room, ideato e realizzato proprio per Capodimonte nel 2002 da Sol LeWitt.
–Santa Nastro
www.museocapodimonte.beniculturali.it
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