Arte in scena. Al Drodesera Festival
Torna la rassegna ospitata a Dro da Centrale Fies. Con performance, danza, teatro e arti visive e un ricco parterre di ospiti internazionali. Ecco cosa non perdersi.
TRENTINO IN FESTIVAL
“Non esiste un luogo immutato e immutabile perché inevitabilmente, prima o poi, qualcosa accade: la realtà rompe i confini del microcosmo che hai recintato e tutto assume un’altra forma”: è intenzionalmente liquida, la 36esima edizione del festival di arti performative Drodesera, in arrivo a Dro dal 22 al 30 luglio.
Ad aprire la proteiforme programmazione è l’artista Luigi Presicce con Ascesa alla vetta della Santa e del mago dell’alba dorata, performance che prosegue il ciclo de Le storie della Vera Croce, iniziato nel 2012 e ispirato alle vicende del Sacro Legno tratte da La Legenda Aurea e dalla Bibbia. In questo episodio l’attenzione cade su Sant’Elena: “Attraverso una costruzione metafisica la performance mira a creare una doppia allegoria, quella dell’ascesa spirituale della santa sul Golgota e quella terrena di Alester Crowley sul K2 (1902)”.
In La Mélancolie des Dragons di Philippe Quesne, presentato in prima nazionale, “una signora in bicicletta irrompe nel paradiso artificiale e casuale di una band metal”; in Socrate il sopravvissuto di Anagoor “l’orrore e la violenza più efferata entrano in classe durante l’esame di maturità”, mentre in A beautiful ending di Mohamed El Khatib (in prima nazionale) “la bolla familiare fatta di casa, luoghi conosciuti, lingua madre e cultura, scoppia per una malattia che costringe il confronto con un altro mondo, regolato dal linguaggio medico”.
Sotterraneo in Postcards from the future porta in scena una riflessione sul post-umano, Vanja Smiljanić in Waves of Worship (wow) presenta il secondo studio sulla setta religiosa dei Cosmic People e le Cybernetic War, mentre Francesca Pennini/CollettivO CineticO in 10 Miniballetti mostra al pubblico un piccolo manuale di movimenti mutuati da un quadernetto di lei bambina e in La Casa di Pietra del Fratello Maggiore, a Drodesera in prima nazionale, intende “riscoprire il corpo umano come tessuto di terminazioni nervose, collettore di dimensioni cosmiche antiche e, allo stesso tempo, appena inventate”.
DALLA PERFORMANCE AL SUONO
Dal 25 al 27 luglio, inoltre, è in programma la quarta edizione di Live Works Performance Act Award, la piattaforma dedicata unicamente alla performance art, “un’azione reale che modifica il reale”: nove artisti accederanno al contest dopo una free school estiva, mostrando al pubblico lavori inediti accompagnati dalle opere dei guest performer Nástio Mosquito, Pauline Curnier Jardin e Guido Van Der Werve.
Dal 28 al 30 luglio arrivano a Drodesera Helicotrema Recorded Audio Festival e il Lab Art, Data and Activism. Il festival dell’audio registrato presenta alcuni ascolti dedicati a ciò che resta a livello sonoro dell’atto performativo, mentre il laboratorio mette a confronto quindici artisti internazionali per provare a rispondere alla domanda “Come pensare alla relazione tra montagne, fiumi e biodiversità da un punto di vista non antropocentrico?”: tre giorni di ricerca partecipata e collaborativa, sviluppata attraverso esperienze e pratiche che si collocano tra arte, geografia culturale e attivismo.
UN HUB CULTURALE
Centrale Fies è l’art work space nato quindici anni fa in una centrale idroelettrica trentina in parte ancora funzionante. Oggi, oltre a creare energia, è un centro di produzione delle arti contemporanee, sede del Festival internazionale Drodesera e del cultural hub Fies Core: “E se oggi il messaggio fosse in una snowball sotto i nostri occhi, piuttosto che in una bottiglia lasciata in mare aperto? Se fosse nelle pieghe dei mondi che costruiamo, più che comunicato attraverso una scritta sui muri? In questo caso il messaggio non sarebbe più il mezzo, ma il luogo con le sue regole, la storia, le narrazioni e gli equilibri”.
Michele Pascarella
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