Lo spettatore al centro. All’Unicredit Pavilion di Milano
A un anno dalla sua inaugurazione, l’Unicredit Pavilion ospita un’installazione interattiva ambientale ad alto tasso tecnologico. Abbiamo incontrato l’autore, l’artista francese Miguel Chevalier. Il pubblico? Al centro della scena!
COME MOSTRARE IL CONTEMPORANEO?
Oggi, mostrare una collezione d’arte richiede formule originali che permettano di creare nuove attese per lo spettatore, combinazioni inedite e percorsi innovativi in termini di display. Qualche esempio?
La Fondazione François Pinault ha delegato l’artista Danh Vō che, nello spazio di Punta della Dogana, ha “mescolato” le sue opere con una selezione di lavori appartenenti alla collezione. L’uomo d’affari Tony Salamé ha invitato un curatore di fama internazionale, Massimiliano Gioni, che per la Aïshti Foundation di Beirut accorpa di anno in anno le opere della collezione con una definita “impalcatura” curatoriale. La collezionista e mecenate Francesca von Habsburg nella sua fondazione viennese Thyssen–Bornemisza Art Contemporary, nel cuore di Augarten, organizza mostre personali in cui inserisce di volta in volta una o più opere realizzate ad hoc dall’artista invitato.
FLUSSI E TAPPETI. VIRTUALI
A un anno dalla sua inaugurazione, l’Unicredit Pavilion di Milano, progettato da Michele De Lucchi, ospita un’installazione interattiva ambientale ad alto tasso tecnologico dell’artista francese Miguel Chevalier.
Amico di Julio Le Parc e Pierre Restany, Chevalier ci accompagna nelle sale del padiglione. Il percorso inizia con una serie di opere della collezione Unicredit affiancate a lavori dell’artista francese: dipinti, sculture stampate in 3D, animazioni su schermi LCD. Sorprendente è la vicinanza tra le sue creazioni e le opere di artisti come Schifano, Matta, Vasarely o delle ultime generazioni come Alice Cattaneo. È importante sottolineare che tutte le opere sono state realizzate in precedenza e quindi non sono mere interpretazioni.
“Ho voluto creare un dialogo”, ci racconta Chevalier, “tra le mie opere e quelle della collezione, relazione che culmina con l’installazione interattiva. Il tappeto virtuale è composto da sessanta varianti differenti che fanno riferimento all’universo digitale, tra cui alcune forme diventate iconiche come la @. Per questa mostra, ho esplorato alcuni dei temi ricorrenti nei miei lavori come la relazione tra natura e artificio, l’osservazione dei flussi e delle reti che organizzano la società contemporanea, l’architettura immaginaria e le città virtuali, mettendo in discussione il nostro rapporto con il mondo e l’arte del XXI secolo. Volevo scrivere nuovi codici. Rapportarmi alla scrittura gestuale di Pollock con una superficie che si modifica e assume sempre nuove forme e dimensioni”.
Un ruolo fondamentale spetta alla composizione sonora creata ad hoc da Jacopo Baboni Schilingi. “Jacopo”, ci dice Chevalier “ha 45 anni e nel 1998 Luciano Berio lo ha incaricato di fondare il Dipartimento di Educazione del Centro Tempo Reale a Firenze. Per l’installazione ha composto una musica generativa che cambia in base al numero delle persone e ai loro movimenti”.
LA SERA, IN PIAZZA GAE AULENTI
Di sera l’installazione è visibile anche dall’esterno, creando così una sinergia perfetta tra la piazza reale Gae Aulenti e quella digitale all’interno del padiglione. “Padiglione”, ci spiega Serena Massimi, Head of Unicredit Pavilion, Events & Art Management, “è uno spazio polifunzionale in cui alterniamo iniziative d’arte, musica, cinema, fotografia e teatro per venire incontro a un pubblico il più eterogeneo possibile. Un pubblico di tutte le età e gusti. Le attività hanno una linea comune nella valorizzazione della nostra collezione in modo innovativo e con le tecnologie più avanzate. Volevamo realizzare inizialmente un intervento di Chevalier sulla torre ma non siamo riusciti per ragioni tecniche”.
Ci anticipa che il prossimo artista a interagire con la collezione nel padiglione sarà un italiano che lavora con la luce.
LO SPETTATORE AL CENTRO
Alla base della mostra, dal titolo Onde Pixel – Lo Sguardo di… Miguel Chevalier, c’è la chiara volontà di coinvolgere il più possibile gli spettatori, in maniera interattiva, grazie all’uso di alcuni sensori che permettono, al loro passaggio, di modificare il grande tappeto digitale in una sorta di morphing sorprendente. “L’idea di esplorare la collezione d’arte Unicredit”, ci racconta sempre Serena Massimi, “è figlia di un percorso iniziato lo scorso anno che pone lo spettatore al centro dell’osservazione. La forza di quest’esposizione è il coinvolgimento delle persone, la loro partecipazione fisica ed emotiva all’arte. Apertura, inclusione, sperimentazione e innovazione sono temi chiave per l’Unicredit Pavilion. Valori che Chevalier ha saputo rappresentare e interpretare al meglio”.
Quando c’è di mezzo la tecnologia, in ambito museale ed espositivo, soprattutto sul fronte pubblico, i puristi di solito storcono il naso… Il pubblico, che invece si sente coinvolto e partecipe – ne siamo certi – ne uscirà entusiasta. Del resto, l’installazione Rain Room ospitata tempo fa al Barbican Centre di Londra, che ha fatto il giro del mondo, ammaliando migliaia di spettatori ogni giorno, ne è un’indiscutibile dimostrazione.
Daniele Perra
Milano // fino al 28 agosto 2016
Onde Pixel – Lo Sguardo di… Miguel Chevalier
UNICREDIT PAVILION
Piazza Gae Aulenti 10
800 184949
www.unicreditpavilion.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/55374/miguel-chevalier-onde-pixel/
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