Dal MoMA di New York al festival Drodesera. Intervista a Nástio Mosquito
“Respectable thief” di Nástio Mosquito inaugura le tre giornate di Live Works dedicate alla performance all’interno del festival trentino World Breakers_Drodesera XXXVI. Lo spettacolo, commissionato dal MoMA di New York, è insieme concerto, video-installazione e performance teatrale. In quest’intervista l’artista risponde alle domande di Lerato Bereng, Associate Director di Steveson gallery di Johannesburg, e delle due curatrici del progetto Words Breakers.
L’atto di rubare è traslato e posto al centro di una ricerca poetica, culturale e antropologica. Raccogliamo quello che ha lasciato chi ci ha preceduto. Ci affaccendiamo a renderlo di nostra proprietà. Respectable Thief è la celebrazione di una rabbia produttiva, complessa, carica di significati. In questo momento in mostra alla Fondazione Prada di Milano, l’artista angolano è conosciuto per le sue performance, i video, la musica e la scrittura poetica, espressione dell’urgente desiderio di immergersi nella realtà a tutti i livelli.
Lerato Bereng: Nelle tue performance spesso parli dal punto di vista di un alter-ego. In questa performance porti in scena un personaggio o sei tu stesso, Nástio, il ladro rispettabile (Respectable thief)?
Nel creare tutto è al servizio dell’idea, e se io non sono sufficiente per raggiungere l’idea allora faccio intervenire altre “personae”.
L.B.: La parola “rispettabile” implica onore e giustizia nell’impossessarsi di ciò che non ci appartiene. Quale valore esiste nel “rubare”?
Tutti rubiamo: spiritualmente, geneticamente, socialmente, culturalmente. Rubiamo molecole, idee, abitudini, perché siamo frutto di un’eredità, veniamo e siamo diretti verso qualcosa, e nel percorso ci appropriamo di ciò che ci è utile. In questo tempo di crisi qualcuno ci sta rubando qualcosa: la nostra capacità di muoverci, comprare, scambiare, e noi non possiamo che accettarlo.
Lo spettacolo è anche un omaggio a tutti gli espatriati che s’impossessano d’identità fittizie, tanti Robin Hood, che rubano per una buona causa. Lo spettacolo rifiuta di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e lascia al pubblico la scelta, interrogandosi sul tipo di comunità di cui vorrebbero essere parte.
Words Breakers: Una parola che vorresti risignificare o eliminare dal lessico comune.
Questa domanda è molto importante per me, poiché senza eliminare o aggiungere alcuna parola penso che dovremmo avere una relazione più costruttiva e cosciente con quelle esistenti, innamorarci di nuovo delle parole.
W.B.: Un progetto non realizzato (utopico o work in progress).
Vorrei vivere più serenamente e in modo più autentico e voglio farlo con gli altri. Credo che questo sia il mio progetto più grande: investire tempo, energia, gioia, creatività nelle relazioni con la mia famiglia.
– Dalila D’Amico e Chiara Pirri
Le interviste agli artisti di World Breakers_Drodesera XXXVI sono curate da Dalila D’Amico e Chiara Pirri all’interno del progetto Words Breakers, promosso da WorkOfOthers e Centrale Fies. Per uno sguardo sfaccettato e un approccio caleidoscopico due domande per ogni intervista sono studiate e proposte da professionisti, studiosi ed esperti internazionali, provenienti da ambiti disciplinari diversi. Voice off di questa intervista é Lerato Bereng.
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