Torna a casa la Venere di Urbino di Tiziano, nel Palazzo Ducale dove fu commissionata cinque secoli fa
La Venere di Urbino, dipinta da Tiziano nel 1538, e custodita oggi nella Galleria degli Uffizi, tornerà nella città marchigiana per la prima volta dopo quasi 5 secoli. Un progetto che si inserisce nella riforma Franceschini per la valorizzazione del territorio
“La Venere di Urbino di Tiziano, un’icona di bellezza celebre in tutto il mondo, torna per la prima volta ‘a casa’, nelle stanze del Palazzo Ducale di Urbino per cui fu commissionata” – lo afferma Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, dove attualmente è conservata l’opera, per annunciarne il prestito all’importante museo urbinate. Qui l’opera dialogherà – dal 6 settembre al 18 dicembre di quest’anno – con altri strepitosi capolavori rinascimentali, come i dipinti di Piero della Francesca, la Città Ideale, lo Studiolo intarsiato di Federico da Montefeltro.
DA URBINO A FIRENZE…
Così, il quadro tornerà nella città marchigiana a quasi cinque secoli dalla committenza di Guidobaldo II Della Rovere, duca di Camerino e futuro signore di Urbino e di Montefeltro. La Venere di Urbino, dipinta da Tiziano nel 1538, fu vista da un ammirato Giorgio Vasari nel guardaroba dei duchi ancora nel 1548 ma, dopo un passaggio all’Imperiale di Pesaro, dove il capolavoro risultava presente nell’inventario del 1624, giunse poi a Firenze – insieme a centinaia di altre opere di inestimabile valore – con l’ultima discendente della dinastia della Rovere, Vittoria, che nel 1637 sposò Ferdinando II de’ Medici.
…E RITORNO
Già nel 1654-55 la celebre Venere si trovava esposta nella Villa di Poggio Imperiale, residenza suburbana di Vittoria della Rovere, e nel 1736 figurava nel patrimonio della Galleria degli Uffizi. Oltre che nella sede museale fiorentina, negli ultimi 13 anni il grande dipinto su tela è stato ammirato anche nel Museo del Prado di Madrid, nel Palais des Beaus Arts di Bruxelles, nella National Gallery of Western Art di Tokyo e nel Palazzo Ducale di Venezia, ma non era mai tornato a Urbino, dove quasi 500 anni fa iniziò la sua storia.
Un ritorno reso – ora – possibile da questo prestito, che si inquadra nelle strategie della “riforma Franceschini” del Ministero dei Beni Culturali atta a valorizzare il territorio per mezzo dei grandi musei autonomi. “Le proficue cooperazioni tra i musei statali dotati di autonomia sono uno dei punti centrali della riforma museale” – aggiunge Peter Aufreiter, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche e del Polo Museale delle Marche – “Con il temporaneo ritorno a casa della Venere di Urbino se ne realizzerà un esempio straordinario e, direi anche, sensazionale”.
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