Che succede al mondo culturale bolognese? Il capoluogo emiliano per decenni è stato il paradigma nazionale della stabilità, anche se pagata con la pressoché inesistente alternanza politica, segnata – se si esclude la breve parentesi Guazzaloca – dal dominio incontrastato della filiera PCI-PDS-DS-PD. Una realtà che si è riverberata anche sulla scena culturale, tendenzialmente “di area”, ma robustamente strutturata con un ricchissimo fiorire di associazionismo, di progetti sociali, sempre affiancati dal dinamismo dei soggetti privati (esempi classici, le fondazioni Mast e Golinelli). Ma a un certo punto qualcosa pare essersi rotto: e se questo in altre situazioni, come ad esempio Torino, è motivato dalla clamorosa virata politica verso il Movimento 5 Stelle, a Bologna avviene con un Palazzo d’Accursio occupato in continuità dal sindaco confermato Virginio Merola. A conferma probabilmente che la concitata dialettica interna al PD può essere divisiva quanto quella fra diverse formazioni politiche.
NOMINATA A TEMPO DOPO L’ADDIO DI MARANIELLO
Gli esempi di malcelate tensioni sono molti: basterà citare la cacciata, nell’ottobre scorso, dell’assessore alla cultura Alberto Ronchi, reo di aver difeso dallo sgombero il centro sociale Atlantide, riferimento dell’area Lgbt, nel Cassero occupato di porta Santo Stefano. O la mancata copertura del ruolo di direttore del MAMBo e dei Musei Civici dopo la dipartita di Gianfranco Maraniello verso il Mart, poi “tamponata” con la nomina della funzionaria interna Laura Carlini Fanfogna, che comunque ha garantito una dignitosissima gestione nei mesi precedenti alle elezioni amministrative. Un incarico ovviamente a tempo, stante l’avvicinarsi delle consultazioni che vedevano comunque il sindaco uscente in corsa: e che tutti immaginavano confermato nel caso – poi verificatosi – di vittoria di Merola. E invece? E invece no: la giunta dello scorso 1 agosto, chiamata a deliberare sulla “Programmazione triennale del fabbisogno di personale 2016-2018. Ulteriore anticipazione del piano assunzioni 2016”, ha infatti “DATO ATTO che il Sindaco ha ritenuto necessario, per quanto riguarda la posizione di direttore istituzione musei e area arte moderna e contemporanea, coperta con incarico in scadenza il 30/09/2016, procedere ad una preventiva riflessione strategica sul sistema integrato museale, da condividere con il Consiglio di Amministrazione di prossima nomina, a seguito della quale potranno essere assunte le conseguenti decisioni sull’organizzazione dell’Istituzione e, quindi, sul profilo dirigenziale richiesto e sulla sua modalità di copertura”.
IN DISCUSSIONE ANCHE IL PRESIDENTE LORENZO SASSOLI DE BIANCHI?
Conseguenze? Nessuna delibera in merito all’Istituzione musei, nessuna conferma per la Carlini Fanfogna, il che significa una bocciatura per la medesima. E nessun impegno, a livello di tempistiche, per risolvere la delicata questione. Il che, con i tempi ai quali ci ha abituati l’Italia, e con l’animosità che di certo ha portato a queste scelte, significa molti mesi, forse anni di vacatio. Con un’annotazione – quando si parla di “Consiglio di Amministrazione di prossima nomina“ – che forse si traduce in una messa in discussione dello stesso presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi. Cosa accadrà, nessuno si sbilancia a prevederlo: di certo, sarà un grave danno avere dei Musei Civici privi di guida in momenti chiave, come la sempre più prossima Arte Fiera che a sua volta vivrà un momento di svolta, con l’insediamento di Angela Vettese alla direzione…
– Massimo Mattioli
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