La questione della lingua. L’editoriale di Michele Dantini

Buoni propositi per la nuova stagione: evitare metafore esauste e prosa accademica. Seguendo i consigli di George Orwell. Perché “pensare con chiarezza è un primo passo necessario verso la rigenerazione politica”.

Spingere la pretenziosità fuori moda.
George Orwell, Politics and the English Language, 1945

Ultraviolence.
Lana del Rey, 2014

00:00
04:24
Fra l'incudine e il martello

Fra l’incudine e il martello

Potremo mai invocare ancora i “talloni di Achille”, l’“incudine e il martello” o il “canto del cigno”? Proprio no, sibila l’autore di 1984. La riflessione linguistica si fa immediatamente civile. Dovrebbe essere chiaro a tutti, osserva, che “pensare con chiarezza è un primo passo necessario verso la rigenerazione politica. Ecco perché la battaglia contro la cattiva lingua non è frivola né riguarda solo gli scrittori”. Recuperiamo per un attimo l’immagine priva di vita del politico e del giornalista. Dobbiamo temere, dobbiamo avversare il loro uso del luogo comune. Il rifiuto di una lingua diretta e penetrante è parte di una più generale cospirazione per indurre apatia e reclutare consenso. Se una metafora ci colpisce e per di più ci sembra appropriata proviamo in noi quell’“euforia” che nelle parole di Duchamp accompagna i processi di scoperta. La “scarsa consapevolezza” alimenta invece passività e “quietismo”.

Michele Dantini

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #31

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua 
inserzione sul prossimo Artribune

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Michele Dantini

Michele Dantini

Storico dell’arte contemporanea, critico e saggista, Michele Dantini insegna all’Università del Piemonte orientale ed è visiting professor presso università nazionali e internazionali. Laureatosi e perfezionatosi (Ph.D.) in storia della filosofia e storia dell'arte presso la Scuola Normale Superiore di Pisa;…

Scopri di più