Puglia. Un’installazione di Edoardo Tresoldi per le vittime della tragedia ferroviaria di Corato
Torna a Corato il festival VersoSud sul tema dell’abbandono dei sensi e della coralità. Ha inaugurato nel trigesimo della tragedia in Puglia con una installazione tra arte, musica e poesia, in un abbraccio che riporta al senso della comunità
Era il 12 luglio, in questa estate 2016 tormentata da molte, dolorosissime tragedie. Non ultima quella in Puglia che ha visto due treni scontrarsi e mietere 23 morti e moltissimi feriti sul binario tra Corato ed Andria e che oggi ritorna come omaggio, commosso e delicato a tre mesi di distanza proprio in una delle due città. Siamo al festival VersoSud, proprio a Corato, che ha inaugurato il 12 ottobre (fino al 23), promosso da Lavorare Stanca con una installazione evocativa di Edoardo Tresoldi. L’artista, nato a Milano nel 1987, molto noto per le sue installazioni che si animano attraverso un intrico di maglie e di reti in metallo (indimenticabile l’intervento a Siponto), si è – come spiega Giuliano Maroccini, co-direttore artistico del festival insieme a Luigi Piccarreta – abbandonato al progetto. È stato come una specie di tango, continua, per questa installazione che è una parte importantissima del festival.
L’OPENING
Come si iscrive il progetto all’interno del programma? “Il tema di quest’anno è l’abbandono” racconta Maroccini. “Il festival è un dialogo tra le arti, i luoghi, le pietre, gli odori. Non ci interessa fare “l’evento”, quanto costruire delle relazioni, intrecciare questi aspetti regalando una esperienza, una coralità tra linguaggi e persone. E proprio all’interno di questo progetto nasce l’installazione che infatti si chiama Corale e che è stata salutata in una azione condivisa con altri due artisti che ha stimolato più sensi”.
Insieme a Tresoldi, con le sue nove sculture in rete, ha performato il poeta abruzzese Paolo Maria Cristalli che ha letto il suo poema Parlato per l’inverno e ha poi guidato il pubblico in una sorta di “processione” laica e silenziosa attraverso la piazza Abbazia e i suoi monumenti, e attraverso le opere. A conclusione il fisarmonicista Carmine Ioanna ha accompagnato con la sua musica l’esperienza in un gioco di luci e ombre a rifrangersi sulla superficie delle sculture e sull’atmosfera riempita dal frinire delle cicale, le stesse che in tutti i servizi televisivi che raccontavano la tragedia di Corato spezzavano il silenzio della tragedia in sottofondo. “Questo”, conclude Maroccini, “non è un omaggio razionale. Il progetto Corale ha il senso di riunirsi e raccogliersi: il dolore è un fatto privato, ma quello che la morte ha saputo esprimere è stato proprio un abbraccio corale, il senso della comunità di Corato”. E non solo.
– Santa Nastro
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