Firenze e il primato della scultura
Museo dell'Opera del Duomo, Firenze – fino al 26 febbraio 2017. Due grandi protagonisti del Rinascimento vanno in scena, fianco a fianco, nel rinnovato museo toscano. Rispolverando i grandi fasti della scultura fiorentina.
SCULTURE ECCELLENTI
Due terrecotte provenienti dalla collezione Peter Silverman & Kathleen Onorato (che già donarono al Musée du Louvre nel 2013 il dibattuto Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo), compongono la mostra Donatello e Verrocchio. Capolavori riscoperti, nel rinnovato Museo dell’Opera del Duomo, innescando un dialogo con i grandi capolavori della prestigiosa istituzione fiorentina.
Ai piedi delle celebri cantorie di Santa Maria del Fiore viene svelato il busto raffigurante San Lorenzo, ricondotto a Donatello (Firenze, 1386-1466) da Francesco Caglioti e appena rientrato da una mostra a Padova curata da Vittorio Sgarbi.
LE VICISSITUDINI DI DONATELLO
Le avventurose vicende dell’opera sono state ricostruite in un corposo articolo che porta la firma dello stesso Caglioti, uscito sulla rivista Prospettiva nel 2014, in cui si chiariscono la provenienza dalla pieve mugellana di Borgo San Lorenzo e le intrecciate vicissitudini antiquarie: il passaggio da Stefano Bardini al principe Giovanni II del Liechtenstein nel 1889, per poi giungere nella collezione di Silverman e consorte nel 2003. Anche se l’attribuzione a Donatello non è stata unanimemente accolta dalla critica, il suo arrivo a Firenze permette ora al visitatore un diretto confronto con le opere più note del maestro e soprattutto con un altro busto in terracotta ritenuto anch’esso di Donatello fino alla metà del secolo scorso e conservato nella Sagrestia Vecchia della chiesa di San Lorenzo. A pochi passi più in là, calca permettendo.
VERROCCHIO RISCOPERTO
L’altro “capolavoro riscoperto” è un rilievo attribuito a Verrocchio (Firenze, 1435 – Venezia, 1488) con la Decollazione del Battista, presentato per la prima volta in Italia dopo una sola mostra tenutasi a Göteborg in Svezia nel 2010, che ora è possibile ammirare di fronte all’altare argenteo del Battistero nella Sala del Tesoro. Un confronto prestigioso, dove l’episodio narrato da Verrocchio nella formella laterale dell’antependium guarda direttamente al suo modello in terracotta al centro della stanza. A illustrarlo è Alessandro Vezzosi, che sottolinea la complessità della fucina verrocchiesca e pone l’accento sull’importanza della formazione plastica di collaboratori come Francesco di Simone Ferrucci, Lorenzo di Credi e del giovane Leonardo da Vinci, forse non del tutto estraneo alla composizione in mostra.
“Un’occasione unica”, come più volte ha ribadito monsignor Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo. Un’occasione, soprattutto, per ritrovare la scultura protagonista a Firenze nel Quattrocento e all’interno di un contenitore d’eccezione che non può che esaltarla.
Caterina Fioravanti
Firenze // fino al 26 febbraio 2016
Donatello e Verrocchio – Capolavori riscoperti
a cura di Timothy Verdon
MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO
Piazza Duomo 9
055 2302885
[email protected]
operaduomo.firenze.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/56955/donatello-e-verrocchio-capolavori-riscoperti/
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