Architensions. Architettura e urbanistica in movimento
Dalla pubblicazione del libro “Forma Urbana” alla mostra “Fifth Dimensional Cities” a New York. Lo studio di architettura di base a Brooklyn sostiene un modello progettuale che rifiuta la separazione tra discipline. Indipendentemente dalla scala d’intervento.
LA CITTÀ A CINQUE DIMENSIONI
Per la prima volta, lo studio di architettura e urbanistica Architensions rivela in una mostra personale il distintivo approccio alle sfide del mestiere nello scenario contemporaneo. L’occasione, resa possibile grazie alla collaborazione con la Java Project Gallery di Brooklyn, restituisce gli esiti dei primi dieci anni di lavoro della struttura multidisciplinare guidata dall’architetto italiano Alessandro Orsini e dal collega Nick Roseboro, attraverso la selezione di cinque progetti, destinati ad altrettanti contesti internazionali.
L’esposizione curata da Dakota Sica è strettamente connessa alla recente pubblicazione che porta la firma del team: Forma Urbana, volume in italiano e in inglese, pubblicato da Libria nel 2015. Il primo evidente richiamo – quello reso in maniera esplicita nel titolo dell’esposizione – rinvia alla città a cinque dimensioni introdotta nella prefazione del libro. In quella “dichiarazione di identità”, Orsini rivendica le peculiarità della ricerca condotta attraverso lo studio Architensions, da lui fondato dopo una lunga esperienza presso Steven Holl Architects.
Forma Urbana, infatti, inizia con un’analisi della metamorfosi, avviata nel XXI secolo e tuttora in corso, della disciplina architettonica. Il risultato di tale processo è una progressiva riduzione della sua azione originaria, a favore della costruzione di “oggetti con un’ossessione incontrollata verso un’iconicità gratuita” da una parte, e dall’altra di città che “rispondono alla logica di una forza economica capitalistica, che vuole imporre un ordine razionale trasformandole in strumenti di produzione di advertising e commercio”.
TENSIONI AL CENTRO
Prendendo le distanze da entrambi questi approcci e dai loro esiti, con le proprie esperienze progettuali Architensions fonda la sua pratica sul rifiuto di separare l’architettura dall’urbanistica. Una volontà che raggiunge compiuta definizione attraverso la formulazione delle cosiddette tensioni, palesate tanto nell’identità “anagrafica” dello studio stesso – Architensions, architettura + tensioni – quanto nella linea editoriale individuata nel libro.
Scegliendo di inglobare il rapporto tra tessuto urbano e fenomeni sociali, rendendolo un criterio fondante nel processo di composizione architettonica, tanto il libro quanto i progetti che si susseguono nel percorso espositivo assegnano alle “eccezionali collisioni” generate dagli utenti finali e dai loro comportamenti sociali un valore irrinunciabile. “L’esperienza”, scrive infatti Orsini, “diventa la quinta dimensione di un sistema di coordinate di uno spazio-tempo quadridimensionale all’interno del tessuto urbano. […] Usando un’analogia con la Fisica questa condizione produce un iperspazio, dove i fenomeni principali spazio-temporali sono: simultaneità, accelerazione e il collasso”. Tre categorie che, nel lavoro editoriale, si traducono in altrettante sezioni, all’interno delle quali i progetti selezionati, indipendentemente dalla scala – da interventi di dimensioni contenute a operazioni su scala territoriale – acquisiscono compiutezza nell’attivazione del legame con il contesto di riferimento.
SIMULTANEITÀ, ACCELERAZIONE, COLLASSO
Integrato dai saggi di architetti e critici internazionali come Luca Galofaro, Giancarlo Mazzanti e Yehuda Safran, Forma Urbana è una raccolta di “esercizi urbani”, identificati da un sigla e dall’appartenenza alle tre macro-categorie di riferimento. La proposta per l’High-Line di New York, ad esempio, costituisce un’elaborazione matura del concetto di collasso. A qualificarla, la distribuzione di una successione di padiglioni “disegnati in modo da sembrare cristalli”, cui viene conferita una pluralità di ruoli: agendo come spugne, fanno proprio il tessuto metropolitano e attraggono visitatori e turisti mediante connessioni con i quartieri di inserimento. Misurandosi con una preesistenza a Zagabria – all’interno di un programma di intervento identificato tra i casi studio dell’“accellerazione” – Architensions definisce un modello contraddistinto da “fronti stradali permeabili e volumetrie porose”, capace di favorire lo sviluppo di un sistema di scambi. Infine, i cubi abitativi di dieci metri per dieci, concepiti per Malaga, in Spagna, ricorrendo a stilemi di derivazione moresca, si rivelano capaci di testimoniare la “simultaneità”, generando “un’esperienza di sovrapposizione al paesaggio”.
Come ha osservato Luca Galofaro: “Through their process, an idea of architecture finds its place, between design and city, capable of investigating first a mental place that operates between individual projects, and immediately after its formal representation generated by motion diagrams. This space is not, as I said, aimed at creating episodic images ready to be consumed but rather the development of a thought within the discipline. The project always tells a story, the invention is replaced with a reflection”.
Valentina Silvestrini
Architensions – Forma urbana
Libria, Melfi 2015
Pagg. 160, € 20
ISBN 9786987640606
www.libria.net
http://www.thejavaproj.com/
http://architensions.com/
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