C’era una volta un museo di New York e di Venezia che poi è diventato anche di Bilbao (per un periodo pure di Berlino) e che infine nel 2017, dopo non pochi ritardi, dovrebbe inaugurare ad Abu Dhabi. Stiamo parlando naturalmente del “colosso” Guggenheim, che mentre aspetta di completare l’iniziativa negli Emirati Arabi, si dà da fare per trovare nuove “piazze”. Tra queste c’è Helsinki, in Finlandia, che sta vivendo un’altra storia travagliata di tira e molla, e che in parte vi avevamo già raccontato lo scorso settembre a causa del rifiuto del partito conservatore di mettere soldi pubblici in questa partita. La città di Helsinki aveva però in questi giorni annunciato, insieme alla Helsinki Supporting Foundation, che una nuova proposta di finanziamento era in corso di presentazione. Sostenuto dal vicesindaco Ritva Viljanen, il nuovo piano delineava più chiaramente il ruolo della città nel progetto, aumentando le quote di proprietà di Helsinki. Il museo costerebbe dunque tra i 134 e i 156 milioni di dollari. 90 milioni destinati alla costruzione sarebbero finanziati dalla città di Helsinki, mentre la Fondazione Guggenheim ne metterebbe 17; ma la nuova proposta escluderebbe il pagamento di 45 milioni di dollari da parte dei contribuenti, oggetto di una prima discussione.
LA LUNGA TRATTATIVA SULL’IVA
Tuttavia, l’incontro tenutosi lo scorso lunedì non ha sortito gli effetti sperati, e la seduta sarebbe stata rimandata elle prossime due settimane. Molti dei consiglieri comunali insisterebbero infatti per un investimento totalmente privato. Ma c’è anche un altro problema, e ha a che vedere con le tasse: prima che gli edifici possano essere eretti nel porto di Helsinki, al progetto dovrà essere concesso lo status di esenzione dall’IVA, secondo un requisito previsto per contratto. Ari Lathi, presidente della Fondazione che supporta il progetto Guggenheim, sostiene che ora il tutto dipende dalla decisione del governo circa questa materia. Sarà il Consiglio Comunale a pronunciarsi in merito e in ogni caso, qualora finalmente si giungesse ad una soluzione, i lavori comincerebbero non prima del 2019.
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