Un anno fa il Bataclan. In Francia la racconta una graphic novel opera di un sopravvissuto alla strage
Mon Bataclan del graphic designer Fred Dewilde, nato nel 1966, illustratore di libri medici, residente nelle banlieue, come cita la sua biografia, è già un caso letterario. Racconta il prima e dopo di chi c’era e ne è uscito vivo
Chi in questi giorni sta girando per le strade di Parigi in occasione di Paris Photo non potrà fare a meno di notare l’atmosfera da anniversario che si propaga in una città ferita, che sta piangendo i suoi morti e cercando di rielaborare un dolore che è difficile dimenticare. Domenica 13 novembre ricorre infatti un anno dalla tragica strage del Bataclan, l’attentato terroristico ad opera dell’Isis che fece 93 vittime, tra le quali moltissimi giovani, durante un concerto degli Eagles of Death Metal. Oggi, un graphic designer parigino, sopravvissuto a quel tragico evento, ha voluto raccontarlo in una graphic novel dal titolo Mon Bataclan, appena uscita per i tipi Lemieux Èditour. Si chiama Fred Dewilde (ovviamente è uno pseudonimo), ha cinquanta anni anni e tre figli, e la sua professione è quella di illustratore per libri di medicina.
PRIMA E DOPO L’INFERNO
Nel corso di sei mesi (il libro è stato ultimato a maggio 2016), tempo che deve essergli sembrato lunghissimo e inarrestabile, ha infatti realizzato un progetto di 48 pagine in bianco e nero che racconta la sua esperienza al Bataclan. Le pagine, come riporta Le Figaro, assumono il tono di una liberazione catartica e trascinano il lettore in quelle ore di paura. I terroristi sono rappresentati come scheletri che imbracciano fucili, non hanno volto, solo le armi. Ora il protagonista “fa il morto” tra il cadavere di un uomo ed una ragazza ferita, ora ascolta attonito il rumore degli spari, in un paesaggio di sangue e carne ferita che nessuno di noi dovrebbe essere mai costretto a vedere. Fino alla liberazione. E dopo? La parte più affascinante, dopo l’orrore, è quella della ricostruzione. Dewilde racconta cosa significa rientrare nella società, i rapporti con la famiglia, difficili ovviamente, con il resto del mondo. Un viaggio contemporaneo nel sé da leggere tutto d’un fiato, con un pensiero rivolto magari anche a coloro che non ce l’hanno fatta e non sono qui per raccontare il proprio “dopo”.
– Santa Nastro
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