Una storia di famiglia. L’omaggio di Venezia alla bottega Cadorin
Una delle più affascinanti case-museo lagunari ha da poco aperto le porte a un nuovo evento espositivo, dedicato a una grande epopea familiare, dalle profonde radici veneziane. Un intreccio di storie personali e creative, in un andirivieni tra passato e presente che, fin dal primo sguardo, ammalia occhi e pensiero.
È una fitta trama di legami, familiari e creativi, quella che si dipana fra le stanze di Palazzo Fortuny a Venezia. Alternate al ben noto patrimonio della stirpe Fortuny, fanno capolino più di duecento opere appartenenti a un’altra dinastia legata a doppio filo alla storia lagunare: la famiglia, e la bottega, Cadorin. Originari di Pieve di Cadore, gli avi Cadorin giunsero nella città sull’acqua già nel Cinquecento, dando vita, nel tempo, a una vera e propria impresa creativa. Una bottega, appunto, capace di riunire le maestranze più eterogenee, frutto delle naturali inclinazioni di ciascun discendente della famiglia. Non solo intagliatori e scultori, i Cadorin seppero distinguersi anche in ambito pittorico e fotografico, fondendo via via le loro vicende private e professionali con gli eventi e le atmosfere veneziane. Ecco allora che i rami di un albero genealogico a fronde fitte si intersecano con l’essenza di una città altrettanto stratificata.
LA MOSTRA
Questo intreccio di legami e storie trova un’efficace reificazione visiva nel percorso allestito a Palazzo Fortuny e nel nugolo di voci, ancora una volta inscindibili le une dalla altre, che lo hanno reso possibile. Fra i piani del museo trovano una temporanea dimora le opere messe a disposizione da Ida Barbarigo, ultima erede e testimone di un’epopea familiare che ha avuto la meglio sui secoli. Figlia di Guido Cadorin e Livia Tivoli, Ida manifestò fin dalla prima giovinezza la cromosomica attitudine di famiglia verso il linguaggio dell’arte, trovando nella pittura, e nella relazione con Zoran Music, il canale espressivo a lei più congeniale. Sull’onda emotiva dei suoi ricordi, Jean Clair – curatore della mostra – e Daniela Ferretti – ideatrice del progetto – hanno riunito a Palazzo Fortuny una moltitudine di opere conservate dalla Barbarigo nell’abitazione di Palazzo Balbi Valier. I dipinti e i disegni del padre Guido, le sculture lignee, i gessi e le terrecotte del nonno Vincenzo, ma anche gli avori plasmati dallo zio Ettore e le fotografie scattate dal nonno Augusto Tivoli – comprese quelle che testimoniano la ricostruzione del Campanile di San Marco – compongono un mosaico di affetti, memoria e professionalità, dove pubblico e privato si stemperano l’uno nell’altro, lungo una linea del tempo che non concede spazio alla rigidità.
UN RACCONTO INTIMO
Presente con la sua iconica pittura – fatta di linee e colori muscolari, conseguenza di un temperamento che non indugia nelle sfumature – Ida Barbarigo ripercorre la storia della sua famiglia con grazie e risolutezza, consegnando il proprio racconto a due interlocutori che ne conoscono da vicino trame e ordito: Jean Clair, da anni frequentatore delle case e degli studi dei Cadorin, e Daniela Ferretti, acuta conoscitrice della storia veneziana e dei suoi protagonisti. Il risultato è una narrazione corale, intima, calata in un contesto che regala un ultimo, prezioso tassello. L’amicizia tra Mariano Fortuny e i Cadorin rimbalza tra i documenti del secolo scorso, regalando un’ulteriore ragion d’essere alla coinvolgente saga familiare in scena a Palazzo Pesaro degli Orfei.
Arianna Testino
Venezia // fino al 27 marzo 2017
La bottega Cadorin. Una dinastia di artisti veneziani
a cura di Jean Clair
Catalogo Antiga
PALAZZO FORTUNY
Campo San Beneto
[email protected]
www.fortuny.visitmuve.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/57850/la-bottega-cadorin/
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