Vento asiatico a Varsavia. Tra poetica, politica e forme del sociale

Castello Ujazdowski, Varsavia – fino all'8 gennaio 2017. Guidati dalla curatrice Meiya Cheng, ventuno artisti provenienti da Cina, Taiwan e sud-est asiatico vengono chiamati a discutere e ripensare i processi di globalizzazione dei loro Paesi in via di sviluppo. Una mostra densa, che mette a confronto affare politico e reazione intellettuale.

Per la terza volta nel giro di appena un anno (dopo la mostra DUST e El Hadji Sy. At first I thought I was dancing), il Castello Ujazdowski di Varsavia dedica la sua attenzione ai risultati più interessanti dell’arte contemporanea proveniente da Paesi extra-occidentali e realtà in via di sviluppo.
La mostra Public Spirits si propone come una importante riflessione sull’esperienza della globalizzazione e su come essa venga vissuta – accolta e respinta – all’interno di territori caldi (attraversati da incertezza politica e situazioni di conflitto locale) del continente asiatico.
In particolare, artisti provenienti da Cambogia, Vietnam, Singapore, Indonesia, Cina, Birmania e Taiwan sono stati chiamati a descrivere, attraverso la loro poetica, le ambizioni di potere e la drammatica contropartita umana pagata dalle popolazioni dei loro Paesi di fronte alle recenti dinamiche politiche operate da molti dei governi del sud-est asiatico.

Vuth Lyno, Salt Seeker, 2012 - digital C-Print

Vuth Lyno, Salt Seeker, 2012 – digital C-Print

IL RUOLO ATTIVO DELL’OSSERVATORE
Ogni opera (per lo più video, installazioni e new media) si presenta come uno studio sociale complesso e scrupoloso da parte dei vari autori, chiamati a illustrare in pochi metri di spazio museale tematiche in cui affare politico e reazione intellettuale coincidono in modo spesso doloroso; in cui a essere discussa è la dignità del singolo – se non l’annullamento dell’individuo – di fronte all’urgenza del mercato e alla brama di potere.
Ecco allora che ogni singola sezione del percorso espositivo risulta un densissimo condensato visuale a forte stampo politico. L’aspetto estetico, in un certo senso, sembra addirittura assecondato, inteso come mero espediente messo in atto per affrontare tematiche ben più articolate, troppo vaste per essere circoscritte alla sola esperienza visuale.

Ho Rui An, Screen Green, 2015 - still from the video

Ho Rui An, Screen Green, 2015 – still from the video

Per questa ragione grande responsabilità è conferita all’osservatore, aiutato con guide esplicative e pamphlet di supporto allo scopo di meglio intendere il significato dell’opera e assumere una posizione il più possibile lucida sugli argomenti affrontati dai singoli lavori. Perché la domanda non è se l’arte sia ancora in grado di essere politica o meno, ma se il pubblico sia davvero capace di utilizzarla come strumento di comprensione del mondo e di adesione al proprio tempo.

Alex Urso

Varsavia // fino all’8 gennaio 2017
Public Spirits
a cura di Meiya Cheng
Artisti: Chen Szu Han (Taiwan), Teng Chao-Ming (Taiwan), Liu Ho Jang (Taiwan), Hsu Che Ju (Taiwan),Chia-Wei Hsu (Taiwan), Kwan Sheung Chi (Hong Kong), Chen-Yu Mao (China), Zhou Tao (China), Art Labor (Vietnam), Dinh Q. Lê (Vietnam), UuDam Tran Nguyen (Vietnam), Charles Lim (Singapore), Ho Rui An (Singapore), Agung Kurniawan (Indonesia), lifepatch (Indonesia), Vuth Lyno (Cambodia), Vandy Rattana (Cambodia), Sutthirat Supaparinya (Thailand), Orawan Arunrak (Thailand), Maung Day (Myanmar/Burma), Jen Liu (USA)
CASTELLO UJAZDOWSKI
Jazdów 2
+48 (0)22 6287683
www.csw.art.pl

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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