“Una persona dalle idee malate”. Gaetano Pesce replica agli attacchi di Tomaso Montanari per la sua scultura a Firenze

Il grande artista, designer e architetto invia ad Artribune le sue risposte alle ripetute invettive del docente ed opinion maker, che ha parlato di sciacallaggio intellettuale

Affermare che nei luoghi storici il contemporaneo non può esistere è solo un’affermazione stupida, che non merita commenti e che può minare l’economia, la cultura e la buona immagine del nostro Paese”. Se Gaetano Pesce era alle prese con problemi di salute, tanto da essere costretto – dopo che Vittorio Sgarbi l’aveva dato pubblicamente per morto – a disertare l’inaugurazione della sua mostra fiorentina al Museo del Novecento, a giudicare dai toni delle dichiarazioni che rilascia a noi di Artribune deve essersi ripreso alla grande, almeno nello spirito. Così infatti replica alla presa di posizione in cui Tomaso Montanari, prendendo spunto dall’esposizione della sua opera Maestà tradita in Piazza Santa Maria Novella – da lui stesso raccontata in un’intervista ad Artribune – , sull’edizione fiorentina de La Repubblica si domandava “chi è davvero conservatore? Chi usa Firenze come una quinta monumentale buona a sdoganare la qualunque o chi denuncia lo sciacallaggio intellettuale di questa stanchissima messa a reddito del nostro centro storico?”.

RIGIDEZZA, MELANCONIA E ANGOSCIA
E il grande artista, designer e architetto ci va pesante, inviandoci le sue risposte dal suo studio di New York. “La risposta del Montanari mi ha dato tristezza pensando alla rigidezza, melanconia e angoscia del suo modo di pensare. L’immagine che mi sono fatto di lui è quella di una persona dalle idee malate, che purtroppo, essendo un insegnante, contagia i suoi giovani studenti con dei microbi reazionari estremamente mortali per il loro giovane cervello”. Del resto, anche il docente ed opinion maker non aveva risparmiato affondi affilatissimi: “Non c’è alcun dialogo, perché Palazzo Vecchio ripesca cose vecchie nate per altri contesti, e si limita a schiaffarle al centro delle cartoline fiorentine. Prendiamo la poltrona ginecologica di Gaetano Pesce: è stato quest’ultimo a rivelare che essa doveva essere esposta in piazza della Signoria (in rete gira anche un rendering), ma dopo una fuga di notizie estiva, Nardella, per prudenza, l’ha dirottata a Santa Maria Novella. Allora, che dialogo è? Se la stessa cosa può dialogare indifferentemente con piazza della Signoria e piazza Santa Maria Novella vuol dire una cosa sola: che non dialoga con niente, se non con se stessa. Qui non siamo alla sartoria, siamo al grande magazzino. Anzi, all’outlet del vintage: perché Koons, Fabre e Pesce ci hanno rifilato vecchie idee nate per tutt’altri contesti”.

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Redazione

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