“Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui”. Queste agghiaccianti parole sono le ultime udite dall’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, ucciso in un attentato messo a segno oggi dal poliziotto Mert Altintas, un 22enne membro delle unità anti-sommossa turche. Le strazianti scene dell’azione mortale sono già negli occhi di tutti, almeno di chi ha sfogliato un sito internet, o ascoltato un tg: giacca e cravatta nere, l’attentatore si è alzato mentre l’ambasciatore pronunciava un discorso e, pistola in pugno, lo ha freddato a bruciapelo, lasciando almeno altri tre feriti nella sala, prima di venire a sua volta ucciso dalle forze speciali turche che hanno fatto irruzione sul posto. E mentre scriviamo, da Berlino giunge notizia di un nuovo attentato messo a segna con un camion contro un mercatino di Natale, che potrebbe aver causato una decina di vittime.
LA RUSSIA VISTA DAI TURCHI
In serata, un nuovo allarme – per fortuna tutt’ora senza esiti – è stato diramato dall’ambasciata Usa ad Ankara, che invitata i cittadini a tenersi alla larga dalle sua stessa sede. Ma perché ne parliamo su Artribune? Perchè in questa occasione – non che sia un elemento centrale, ma accade di rado – la cronaca si incrocia con l’arte. Già, perché il teatro del drammatico evento è stato il centro culturale Çankaya Belediyesi Çağdaş Sanatlar Merkezi, ed era proprio nella galleria d’arte del centro che il diplomatico stava tenendo un discorso in occasione della mostra fotografica La Russia vista dai turchi, esposizione annuale del gruppo The Travellers of Ankara. La vedete nella nostra galleria fotogafica, con le immagini dell’attentato…
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