Grandi restauri a Roma. La Tomba di Giulio II e il Mosè di Michelangelo tornano a splendere
Un processo accurato di studio, pulitura e restauro ha riportato al suo splendore originario uno dei monumenti più amati al mondo: il Mosè di Michelangelo, incluso nella Tomba di Papa Giulio II a Roma. In questo video la testimonianza del restauratore Antonio Forcellino.
Un capolavoro che torna a risplendere grazie a una lunga opera di manutenzione e restauro. È la Tomba di Giulio II di Michelangelo che si trova nella Chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma e che include la celeberrima scultura del Mosè. Il restauro, a cura della Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, è stato realizzato grazie al contributo del Gioco del Lotto, che rinnova il suo impegno ormai storico nel settore dei beni culturali.
Si tratta del secondo intervento sul monumento in tempi recenti. Già nel 2001 infatti, sempre con il sostegno del Gioco del Lotto, era stata condotta un’accurata operazione di studio e di lavoro sui marmi, che aveva pulito l’opera e allo stesso tempo condotto a numerose scoperte sulla sua storia.
Dopo quindici anni il Mosè, che viene visto gratuitamente da milioni di persone ogni anno, necessitava di un nuovo intervento di pulitura e di lievi restauri, a causa di alterazioni provocate dalla presenza umana, portatrice di polvere, umidità e altri agenti inquinanti.
DALLA VIVA VOCE DEL RESTAURATORE
La Soprintendenza ha affidato il lavoro ad Antonio Forcellino, il restauratore che meglio conosce la Tomba di Giulio II, già curatore del restauro del 2001. Anche questa volta l’operazione di manutenzione e restauro è stata preceduta da una fase di studio, che ha dato i suoi frutti con una scoperta unica e affascinante. Una delle statue che compongono la Tomba di Giulio II, la Vita attiva, trova il suo modello in un affresco di San Silvestro al Quirinale: una caso unico nell’arte di Michelangelo che apre un nuovo capitolo nell’interpretazione del Mosè e dell’intera Tomba di Giulio II.
In questo video possiamo sentire un commento dalla viva voce del restauratore Antonio Forcellino, che ci racconta un aspetto caratteristico e unico della scultura michelangiolesca, cioè la scelta delle diverse finiture del marmo in un’ottica di incremento dell’effetto tridimensionale e drammatico del monumento.
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