54. Biennale – Padiglione iracheno
Acqua Ferita / Wounded Water. Sei artisti iracheni interpretano il tema dell’acqua. artisti iracheni contemporanei non hanno mai avuto la possibilità di presentare il loro lavoro per un padiglione iracheno alla Biennale di Venezia; la prima e ultima rilevante comparsa, nel 1976, ha mostrato solo alcuni dei loro artisti “moderni”. Il padiglione dell’Iraq del 2011 vuole presentare al mondo una stimolante selezione di 6 artisti di due generazioni, che comprende diverse discipline artistiche (pittura, performance, video, fotografia e installazione).
Comunicato stampa
Gli artisti iracheni contemporanei non hanno mai avuto la possibilità di presentare il loro lavoro per un padiglione iracheno alla Biennale di Venezia; la prima e ultima rilevante comparsa, nel 1976, ha mostrato solo alcuni dei loro artisti “moderni”. Il padiglione dell’Iraq del 2011 vuole presentare al mondo una stimolante selezione di 6 artisti di due generazioni, che comprende diverse discipline artistiche (pittura, performance, video, fotografia e installazione).
Ali Assaf, Commissario per il Padiglione dell’Iraq 2011
Acqua Ferita / Wounded Water
Sei artisti iracheni interpretano il tema dell’acqua
Luogo: Gervasuti Foundation, Fondamenta S. Ana (Via Garibaldi) Castello 995, tra i Giardini e l’Arsenale
Apertura al Pubblico: dal 4 giugno al 27 novembre 2011 ore 10-18 tutti i giorni tranne i lunedì
Inaugurazione: 2 giugno 2011 ore 19 - 21
Commissario: Ali Assaf Co-Commissario: Vittorio Urbani Curatore: Mary Angela Schroth
Organizzazione: Nuova Icona / Sala 1 Media Partner: Canvas Magazine
In collaborazione con: Ambasciata della Repubblica dell’Iraq, Rappresentanza dell’Iraq presso le Nazioni Unite a Roma, Arab Fund for Arts and Culture, enti vari e Patrons Committee del Padiglione dell’Iraq
Questo è un momento straordinario per l’Iraq. Il progetto di creare un padiglione ufficiale per la 54°edizione della Biennale di Venezia nasce da un incessante lavoro di squadra iniziato nel 2004. Storicamente, avviene in un periodo di grande rinnovamento, dopo oltre 30 anni di guerre e di conflitti.
Il Padiglione dell’Iraq ospiterà sei artisti iracheni contemporanei di fama internazionale, che si caratterizzano per una ricerca artistica sperimentale, scaturita dall’esperienza vissuta nel loro paese e all’estero.Questi artisti, dopo aver studiato arti visive a Baghdad, hanno completato il percorso artistico in Europa e negli Stati Uniti. Rappresentano due generazioni: la prima, nata nei primi anni ‘50, ha vissuto sia l’instabilità politica che la ricchezza culturale di quella fase. Ali Assaf, Azad Nanakeli e Walid Siti sono cresciuti negli anni ‘70, durante il periodo in cui si afferma il socialismo politico, che ha segnato la loro formazione. La seconda generazione, rappresentata da Adel Abidin, Ahmed Alsoudani e Halim Al Karim, è cresciuta nel corso della guerra Iran-Iraq (1980-1988), l’invasione del Kuwait, la schiacciante sanzione economica delle Nazioni Unite e il successivo isolamento artistico. Questi artisti, lasciato il paese prima dell’invasione del 2003, trovano rifugio in Europa e negli USA, grazie anche a un connubio di fortuna e capacità artistiche. Tutti loro hanno indubbiamente un’identità maturata nel confronto con la pratica artistica contemporanea, che congiunge la situazione globale alla particolare esperienza irachena e rappresentano un approccio sofisticato e sperimentale di portata internazionale.
I sei artisti eseguiranno opere in situ, ispirandosi sia allo spazio Gervasuti Foundation che alla tematica dell’acqua. Si tratta di un argomento attuale, in quanto la mancanza di un bene primario come l’acqua è una delle maggiori emergenze in Iraq, più della guerra civile e del terrorismo.
Sarà inoltre proiettato un documentario di Rasheed Oday a cura di Rijin Sahakian sulla vita di alcuni giovani artisti che vivono e lavorano in Iraq.
Il padiglione è stato realizzato grazie a Shwan I. Taha e Reem Shather-Kubba / Patrons Committee, con il contributo di privati ed enti pubblici, Ambasciata della Repubblica dell’Iraq e il generoso supporto dell’Arab Fund for Arts and Culture, Hussain Ali Al-Hariri, Nemir & Nada Kirdar e Ali Al Husry. Patron Onorario è l’architetto Zaha Hadid.