Dadaumpop
La mostra nasce dal desiderio di comprendere quali sono le eredita’ duchampiane e dada che si possono riscontrare nel neopop italiano. Nell’interazione tra cultura alta e bassa, tra materiali nobili e comuni si colloca il lavoro dei 27 artisti presenti.
Comunicato stampa
“Dadaumpop”, il progetto curatoriale di Igor Zanti, letteralmente approda a Genova, di ritorno dall’India. Sarà infatti la galleria Rinascimento Contemporaneo ad ospitare la selezione di ventisei artisti che hanno partecipato ad un vero e proprio tour - promosso dal Ministero degli Esteri in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a New Delhi e con l’Istituto italiano di cultura di New Delhi - tra le principali città indiane (Mumbai, Calcutta, New Delhi). “Dadaumpop” è però un progetto flessibile e al nucleo originario di artisti che sono stati portabandiera di un nuovo modo di fare arte, e che hanno presentato all’estero un aspetto inedito, ma vivace e dinamico del panorama dell’arte contemporanea italiana, si aggiungono le pitture digitali di Pierpaolo Rovero e le poetiche sculture di Antonio Cugnetto, che entrano, con questa mostra genovese, a far parte del gruppo “Dadaumpop”.
Gli artisti in mostra: Andy, Stefano Bolcato, Fabrizio Braghieri (Bixio), David Cesaria, Antonio Cugnetto, Giordano Curreri, Francesco De Molfetta, Fidia Falaschetti, Florraine, Andrea Francolino, Hackatao, Ivan Lardschneider, Davide Mancosu, Masi, Marco Minotti, Silvio Monti, Teresa Morelli, Max Papeschi, Michela Pedron, Gianfranco Pulitano, Pierpaolo Rovero, Paolo Schmidlin, Antonio Sorrantino, Cristina Sifanic, Chiara Todero, Angelo Volpe.
"Ma cosa significa “Dadaumpop”? Nella presentazione critica, il curatore Igor Zanti, a questo proposito scrive: “Dovendo pensare al più grande artista pop della storia dell’arte, tutti, dagli addetti ai lavori, alla casalinga amante delle soap opera, risponderebbero, senza ombra di dubbio e in coro: “Andy Warhol”. A pochissimi verrebbe in mente che il padre del pop, e di conseguenza del neopop, non è tanto da ricercare tra grattacieli newyorkesi, quanto nella campagna francese; si tratta infatti dell’uomo che è riuscito a creare un’opera d’arte prendendo un orinatoio, mettendolo a testa in giù, e intitolandolo “Fountain”. Quest’uomo, che è stato la figura di cesura e di svolta nel panorama della storia dell’arte del Novecento, risponde all’arcinoto nome di Marcel Duchamp. L’azione di Duchamp è stata a tratti definita Dada, anche se tale definizione è limitativa poiché l’artista francese è, sotto tutti gli aspetti, il vero iniziatore di quella che noi chiamiamo arte contemporanea, è colui che permette di giudicare come una buon lavoro tanto il letto sfatto e vissuto della bad girl dell’arte britannica Tracey Emin, quanto le perfomances di Vito Acconci o le Brillo Box di Andy Wharol. È inevitabile che anche la cultura neopop, questa onda anomala, questo tsunami - l’uso del termine tsunami non risulta improprio essendo il neopop una tendenza artistica che trae le sue origini dall’oriente e precisamente dal Giappone contemporaneo - sia figlio di Duchamp e del Dada. Questa mostra nasce dal desiderio di comprendere quali sono le eredità duchampiane e dada che si possono riscontrare nel neopop italiano e dalla necessità di dare una definizione ed una storicizzazione a questa realtà artistica. Si è scelto di selezionare un gruppo di 27 artisti che lavorano con media differenti ma che toccano a 360 gradi tutti gli aspetti del neopop. È proprio in questa poliedricità di modi di agire, in questa libertà di espressione sia tecnica che concettuale, nella possibilità di ibridazione di linguaggi differenti, di interazione tra cultura alta e cultura bassa, tra materiali nobili e materiali comuni, ma soprattutto, in questo dichiarato spirito di sperimentazione, a tratti anarchico, che risiede e si identifica il nucleo dell’eredità dada e duchampiana. Il viaggio verso l’India, paese che presenta in molte sue manifestazioni estetiche una marcata accezione pop, rappresenta per gli artisti coinvolti un metaforico ritorno alle origini, un viaggio a ritroso verso un continente, che, come si è detto, è stato la culla della cultura neopop”.
L’evento è stato reso possibile grazie al sostegno della Clinica Montallegro.