After prisma
”After prisma“ intende esplorare il fenomeno della sostituzione di un progetto artistico iniziale con l’allestimento di una mostra; come una sorta di prisma che scomponendo la luce ricompone una seconda vita di un lavoro artistico per uno spettatore. Similmente l’unicità di una performance che viene rimpiazzata, tradotta e ritrasmessa attraverso altri media che ne conservano l’evento.
Comunicato stampa
Una foto del 1886 mostra una festa in stile orientale nel vecchio quartiere ebraico di Firenze prima della sua demolizione; il
quartiere doveva lasciare spazio alla futura Piazza della Repubblica. Si tratta di un’immagine del passato che si è conservata
soltanto attraverso una foto. La seconda immagine mostra un oggetto di design in tre diverse fasi del suo utilizzo. Ma non
sappiamo quale ne sia il prima e quale il dopo. In sostanza, le immagini ci invitano a riflettere alla nostra relazione con ciò che
vediamo, su ciò che è il presente e ciò che non lo è più.
”After prisma“ intende esplorare il fenomeno della sostituzione di un progetto artistico iniziale con l’allestimento di una
mostra; come una sorta di prisma che scomponendo la luce ricompone una seconda vita di un lavoro artistico per uno spettatore.
Similmente l’unicità di una performance che viene rimpiazzata, tradotta e ritrasmessa attraverso altri media che ne
conservano l’evento.
Alcuni artisti sono stati invitati a ripresentare un’opera già realizzata nel nuovo contesto della mostra o a produrne un’altra
al suo posto. La mostra mira a campionare una serie di fenomeni relati all’idea di traduzione: dal progetto alla mostra, dal
passato al presente, dalla realtà all’immagine e viceversa.