Circuiti Dinamici 8
Con il 2011 si inaugura il secondo ciclo di mostre collettive della serie Circuiti Dinamici promosse dall’Associazione Circuiti Dinamici già Circolo Culturale Bertolt Brecht e curate da StatArt.
Comunicato stampa
Con il 2011 si inaugura il secondo ciclo di mostre collettive della serie Circuiti Dinamici promosse dall’Associazione Circuiti Dinamici già Circolo Culturale Bertolt Brecht e curate da StatArt. Progetto ideato col fine di rendere “reale” un’arte che molto spesso nasce e vive solo nel web. Si crea così un circuito dinamico che coinvolge mondo virtuale e mondo reale intessendo una rete di scambi e di connessioni reciproche. L’artista diventa l’attore, l’ideatore sia nel web che nell’epifania della creazione che accade qui e ora. In particolare questa interconnessione avviene nella performances che nel web vivono solo per metà. Arte come un circuito: mai statico, ma dinamico, mutevole e vario. Trentadue i giovani artisti selezionati con trentadue interpretazioni diverse del tema, indagato attraverso differenti tecniche esecutive che spaziano dalla pittura alla fotografia, dall’installazione al disegno, dalle performances ai video.
Gli artisti protagonisti di questa nuova esposizione sono: Giulia Bonetti, Deborah Brugnera, Mauro Moriconi e Francesco Parrella.
Realizzando reportage a sfondo sociale, Francesco Parrella ritrae nelle sue fotografie in bianco e nero gente di tutto il mondo, documentando aspetti spesso trascurati e momenti di socialità: lavoro, gioco, formazione e vita con gli altri come in Parrucchiere. Mauro Moriconi rielabora e rilegge provocatoriamente immagini legate alla tradizione quali la maternità – Colazione sull’erba – e Adamo&Eva richiamando problematiche legate all’omofobia e alla transessualità nelle sue fotografie incise; mentre Deborah Brugnera propone scatti dal forte impatto visivo, compositivo e comunicativo che presentano una donna rinchiusa nel proprio mondo tutt’altro che incantato: I’m awake but in my world e Wake up. Esplorazione materica e cromatica è affrontata da Giulia Bonetti nelle opere astratte dominate dall’oro, dai colori intensi e accesi e dalla materia corposa che richiamano per certi versi il mondo fantastico di Klee e la preziosità dei mosaici bizantini.