Lo spettacolo che tutti vogliono
Lo spettacolo che tutti vogliono (2011), progetto di Maddalena Fragnito ed Emanuele Braga curato da Francesca Guerisoli, ha per tema il lavoro dell’artista e ruota intorno a queste domande, ponendo al centro il limite tra la condizione attuale dei lavoratori dell’arte e la possibilità di una sua formalizzazione. Presentato al pubblico per la prima volta presso la Galleria Artra, il progetto è articolato in diversi lavori: Vietato calpestare l’artista, Ritratto d’artista, L’arte è un lavoro.
Comunicato stampa
Siamo davvero disposti a lavorare senza essere considerati lavoratori? Quali sono le pratiche quotidiane che mettono al centro un'azione critica nei confronti della cultura come industria e sistema di produzione? La società come pubblico e come fruitore dei servizi culturali è davvero disposta a rinunciare ad artisti e spazi che producono in modo indipendente? A cosa potrebbe assomigliare un confronto sincero, non istituzionalizzato, non mercificato e non moralistico intorno a queste domande? Lo spettacolo che tutti vogliono (2011), progetto di Maddalena Fragnito ed Emanuele Braga curato da Francesca Guerisoli, ha per tema il lavoro dell'artista e ruota intorno a queste domande, ponendo al centro il limite tra la condizione attuale dei lavoratori dell'arte e la possibilità di una sua formalizzazione. Presentato al pubblico per la prima volta presso la Galleria Artra, il progetto è articolato in diversi lavori: Vietato calpestare l'artista, Ritratto d'artista, L'arte è un lavoro.
Vietato calpestare l'artista consiste in una performance-installazione audio-video che mette in scena il tema della progressiva erosione dei diritti degli artisti quali lavoratori: pur se riconosciuti dal sistema dell'arte e dalla comunità artistica di riferimento, essi non riescono a mantenersi attraverso il proprio lavoro, dovendo ricorrere a impieghi collaterali a sostegno della pratica artistica. La sfera politica e quella economica manifestano interesse nei confronti del loro operato senza però considerarli come interlocutori sociali. La performance Vietato calpestare l'artista, che avrà luogo lunedì 11 luglio alle ore 19 e alle ore 21, consiste in un'installazione audio e video gestita dal vivo da Maddalena Fragnito e Emanuele Braga; nei giorni seguenti sarà possibile fruire dell'installazione attraverso i contributi audio scaturiti dalla performance.
Ritratto d'artista consiste in una serie di diagrammi compilati da artisti che ne riflettono l'identità e la modalità operativa, partendo dal presupposto che la figura dell'artista è diversificata in innumerevoli pratiche, anche in contrasto l'una con l'altra. Il diagramma, che trae origine dal quadrato di Pascal Gielen in The Murmuring of the Artistic Multitude, è composto da settori che identificano differenti percorsi artistici. Gli artisti, evidenziando le diverse frasi in cui si riconoscono, forniscono un ritratto di sé e del proprio posizionamento all'interno della produzione artistica. Nel corso della mostra i visitatori sono invitati a compilare il proprio Ritratto d'artista.
L'arte è un lavoro è il titolo della tavola rotonda che vedrà la partecipazione di alcune personalità del mondo dell'arte che si sono occupate della definizione del lavoro dell'artista e/o del curatore e del loro posizionamento all'interno del sistema economico, soprattutto italiano. Insieme a Maddalena Fragnito ed Emanuele Braga interverranno Francesca Guerisoli, Marco Baravalle, Cecilia Guida, Vincenzo Latronico, Matteo Lucchetti, Aria Spinelli, Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiarandà.
Maddalena Fragnito (1980), vive e lavora a Milano. Mostre personali: 2010, Twenty-nine art old, a cura di group Bouillon, Chardin Gallery, T'bilisi; 2009, For four times, con il supporto della galleria Perugi in occasione di FIAC, Cour Carrée du Louvre, Pargi; Take me where I want, a cura di Samuele Menin, galleria Perugi, Padova. Mostre collettive recenti: 2011, Collezionare identità: sto quindi siamo. La collezione di Carrozzeria Margot, Osloo, Danish Pavilion Public Projects, 54° Biennale di Venezia, Venezia; 2010, La fabbrica del senso, a cura di Francesca Guerisoli e Stefano Taccone, Spaziocorale, Milano; partecipa alla messa in scena di Variabili Umane, regia di Marcela Serli, Premio Dante Cappelletti 2010, Roma; Homework, a cura di Chiara Massini, PArCo, Casier; OPEN#3, a cura di Bert Theis, S.a.L.E., Venezia; partecipa alla messa in scena di Libere, regia di Francesca Comenicini, Handle with care, a cura di Bruno Barsanti e Alessandro Carrer, Magazzini Arteinmovimento, Torino; My favourite thing, a cura di Sottobosco Art Platform, Galleria Contemporaneo, Mestre; Zeichnung 10, Michael Sturm Gallery, Stoccarda; Art & Co., a cura di Fondazione March, Villa Contarini, Padova.
Emanuele Braga (1975) vive e lavora a Milano. Dal 1998 prende parte al progetto teatrale L'Impasto comunità teatrale nomade, con il quale partecipa alla messa in scena di L'agenda di Seattle (debutto al Comunale di Ferrara), Il quartiere (debutto al Festival Orestiadi di Gibellina) e Il Corpo Sociale (debutto al Teatrino di Sant'Osvaldo). Nell'ambito di questo progetto la compagnia apre nel 2001 uno spazio teatrale nell'ex ospedale psichiatrico di Udine, dove vive tre anni, attuando un cantiere artistico e politico che si confronta con i temi dell'anti-psichiatria e dell'eredità basagliana. Nel 2003 fonda con Michela Lucenti e Maurizio Camilli un progetto di teatro fisico dal titolo Balletto Civile, con il quale porta in scena I topi (debutto al Mittelfest, Cividale), I Sette a Tebe (debutto festival di Ortigia, Siracusa), Battesimi (debutto Teatro Eliseo, Roma), Creatura (debutto Biennale Danza di Venezia), Animali Vivi e Ama La Tua Scimmia (debutto Teatro delle Passioni, Modena), e I Prodotti (debutto alla Cavallerizza di Torino). Balleto Civile, che dal 2009 è in residenza al Teatro Due di Parma, porta avanti una ricerca nell'ambito della danza contemporanea interagendo con accademie, centri di disagio fisico e mentale, e università. Nel 2009 con il progetto Landescape indaga sul rapporto fra danza e paesaggio, collaborando poi con Alterazioni Video e gli architetti Coloco nell'ambito del Festival Incompiuto Siciliano. Nel 2010 il progetto di ricerca Playing Identities dirige con Balletto Civile un ciclo di residenze artistiche sul tema dell'arte come lavoro in Romania, Francia, Polonia, Ungheria e Italia. Nel 2010 partecipa a Osloo, Danish Pavilion Public Projects, 54° Biennale di Venezia con un progetto ideato con Maddalena Fragnito The show that everybody wants/Refund your trip.