L’orizzonte perduto ed il dolore trattenuto

Informazioni Evento

Luogo
VILLA FIORI - PARCO DI VILLA DE SANTIS
Via Casilina, 675 Roma, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

15-19

Vernissage
20/07/2011
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Rino Bianchi, Marcello Molino, Valentina Protopapa
Generi
fotografia, collettiva

Novantanove poeti e tre fotografi per la Biblioteca Provinciale de L’Aquila. Un progetto ideato, sviluppato e prodotto dal Gruppo Occhio Quadrato sulle conseguenze del sisma che ha colpito L’Aquila e il suo territorio. Le immagini realizzate da Rino Bianchi, Marcello Molino e Valentina Protopapa, raccontano paesaggi silenti, polverosi, bianchi…

Comunicato stampa

L’Aquila La fotografia e la poesia sono sorelle. E due sorelle, affiatate cercano di fare la loro parte, contribuire alla ricostruzione, anche culturale, de L’Aquila. Il foto-racconto “L’ORIZZONTE PERDUTO ED IL DOLORE TRATTENUTO” già ospitato e rappresentato nella Sala del Refettorio della Camera dei deputati, inizia il suo viaggio, lento verso L’Aquila. Dal 20 al 27 luglio sarà ospitato nelle belle e rigorose sale di Villa De Santis, struttura per la promozione culturale del circuito del Comune di Roma e, diversamente dall’evento precedente, verrà aperto dalle parole delle poetesse: Daniela Fabrizi e Claudia Siderati. Il visitatore verrà introdotto alla visione del foto-racconto attraverso parole forti e meditate che non fanno sconti a nessuno. Così “Il pane spezzato” per L’Aquila della poetessa Daniela Fabrizi Suona un pianoforte di pietre rotte e di pareti morte. Cumuli bianchi di pane spezzato guardano al cielo da un tetto squarciato. La morte non è solo urla o silenzio, è il tacito assenso che ha chiuso la vita in una fossa chiamandola “zona rossa”. Eppure, nessuno ha decretato la morte cerebrale, l’espianto degli organi non è stato autorizzato. Stato vegetativo… perché il ricordo tiene in vita la memoria ma seppellisce in aria L’Aquila e la sua storia. Vuota la città abbandonata, ferita orrendamente, non è mai stata curata, oggi la poesia l’ha consacrata martire di strada. Come eco nelle vallate risponde il canto della poetessa, appena quattordicenne, Claudia Siderati con un “Non vive” che lascia intravedere “a L’Orizzonte” la speranza. Calpestami, pastore d’Abruzzo, aiutami a capire il perché. Bevimi, morto senz’ira, io voglio essere in te. Uccidimi, terremoto di sangue, io voglio sapere se c’è. C’è onore in una situazione d’orrore? Alle volte l’ausilio del silenzio non serve se non a peggiorare le storie… …L’Aquila che non vive e che non muore. .

“L’ORIZZONTE PERDUTO ED IL DOLORE TRATTENUTO” 99 poeti e 3 fotografi per la Biblioteca Provinciale de L’Aquila, manifestazione promossa dall’ENDAS di Rieti, dalla poetessa Anna Manna e dal gruppo Occhio Quadrato. L’evento ha il Patrocinio della Camera dei deputati e del Comune de L’Aquila, ed ha raccolto il sostegno dell’Associazione Orfani del 6 Aprile, dell’ENDAS Lazio Delegato Culture e Spettacolo, del Premio "Fiore di Roccia”, del Premio "Le Rosse Pergamene- premio di poesia, d'amore e di solidarietà"; del Premio "Donna e cultura", ed il supporto di Officine K. Poeti per la Biblioteca Provinciale de L’Aquila Il Progetto è nato sulla scia della ricerca bibliografica, condotta da Anna Manna nella Biblioteca Angelo Monteverdi come Obiettivo 2008, “I poeti contemporanei raccontano la biblioteca”. In questa ricerca Anna Manna, bibliotecaria presso la Monteverdi, ha potuto raccogliere molti componimenti poetici ispirati, ambientati o dedicati alla biblioteca. Al momento della tragedia del terremoto è nata spontanea tra i poeti la volontà di dedicare una Antologia alla Biblioteca Provinciale de L’Aquila. Il Progetto ”Poeti per la biblioteca provinciale de L’Aquila” presentato. Il 10 aprile del 2010 presso la Sala Vida delle ex Vetrerie Sciarra, nuova sede della Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma, ha aggregato molti giovani poeti che hanno aderito con entusiasmo al progetto. Nell’Antologia si affiancano così poesie dedicate o ispirate alla biblioteca con le poesie scritte subito dopo il terremoto, come se l’evento disastroso segnasse una minaccia non solo per la vita delle persone e l’integrità del territorio ma anche un pericoloso attentato alla cultura ed ai libri che sono voce e scrigno della cultura.

In apertura dell’Antologia hanno trovato posto le poesie inedite sul terremoto della scrittrice aquilana Mila Marini, che ha vissuto in prima persona il dramma del terremoto. Intorno al nucleo iniziale del progetto, si sono aggregate le voci di poeti in uno scambio e confronto che ripropone il dialogo che ogni biblioteca dovrebbe saper accendere, stanno aderendo le voci migliori della poesia italiana quali Bianca Maria Frabotta, Gabriella Sica, Gilberto Mazzoleni, Riccardo Duranti, Lidia Riviello, Renato Minore, Corrado Calabrò, Jole Chessa Olivares, Marianna Bucchich, Cony Ray, Elio Pecora, Luisa Gorlani, Dante Maffia, Daniela Fabrizi, Angelo Sagnelli e la giovanissima Claudia Siderati. L’orizzonte perduto ed il dolore trattenuto è il progetto fotografico, ideato, sviluppato e prodotto dal Gruppo Occhio Quadrato, sulle conseguenze del sisma che ha colpito L’Aquila e il suo territorio. Il progetto è partito nel 2010, intenzionalmente, un anno dopo il sisma; dopo il momento di forte pathos emozionale, il Gruppo ha iniziato un viaggio attraverso i luoghi della distruzione e del dolore. Tutti sappiamo fotografare e la fotografia non può essere considerata roba per musei. La fotografia è la vera memoria storica dell’umanità e per queste valide motivazioni che è necessario utilizzare la fotografia come arma civile per far rinascere un forte e rinnovato senso civico. Le immagini che compongono il foto-racconto sono la visione semplice, senza manipolazioni, di quello che l’occhio ed il cuore scrutano all’orizzonte. Le fotografie di Rino Bianchi, Marcello Molino e Valentina Protopapa, raccontano paesaggi silenti, polverosi, bianchi, grigi, popolati da esseri randagi che vagano. I fotografi del Gruppo Occhio Quadrato con l’ausilio del medium fotografico hanno registrato e continuano a registrare le modificazioni in atto quotidianamente. La fotografia comunica la paralisi, la Città chiusa simile ad un teatro senza pubblico, il vuoto notturno. Tutto è fermo, tutto è cheto. Il paesaggio è marziano, forte il senso di assenza. Come non pensare, nel momento della visione e dello scatto a quei cortili che un tempo avevano il brusio e ora sono abbandonati, macerie. Oggetti ordinati, oggetti immobili, senza padroni, giocattoli impolverati, soli, tristi senza bambini. Le fotografie non offrono risposte, né vogliono darle; le fotografie offrono lo spunto per le riflessioni. Vogliono far riflettere e il fine è, attraverso immagini immediate, donare speranza perché L’Aquila e l’Abruzzo sono stati feriti ma non uccisi.