Aurelio Pedrazzini – Aurelio
Tutti i suoi acquerelli, ma in particolar modo i paesaggi, uniscono grande realismo e una perfezione tecnica “scientifica” all’emozione di un’immagine fuggente captata in una determinata luce, in mezzo alle dissolvenze della nebbia, o nelle evanescenze effimere create da una cascata.
Comunicato stampa
Aurelio Pedrazzini è uno degli acquarellisti che ha partecipato al premio Fabriano acquarello 2010 "Marche d'Acqua" - è venuto a Fabriano in quell'occasione ed è tornato in ottobre per la giornata dell'acquarello promossa da InArte col Museo della Carta, dimostrando grande generosità ha regalato ad Inarte una ricca collezione di acquarelli per la vendita di beneficenza del 2010.
Torna ora in città con una mostra personale - dal 30 luglio al 18 settembre al Museo della Carta - e con un laboratorio di acquarello di una settimana, durante il quale lavorerà ancora una volta con gli acquarellisti fabrianesi, consolidando un'amicizia nata dipingendo, ma che va al di là della sola arte.
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dai cataloghi:
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“Aurelio”
mostra personale del maestro acquarellista Aurelio Pedrazzini
Questa mostra è frutto dell'amicizia nata durante la manifestazione Marche d'acqua - premio Fabriano acquarello 2010, fra il Maestro Aurelio Pedrazzini e la città di Fabriano.
In occasione dell'inaugurazione della mostra e in una serie di appuntamenti successivi, Aurelio Pedrazzini, ha dipinto con gli acquarellisti fabrianesi sulla carta, eccellenza della nostra città, all'insegna della condivisione di una passione che ci auguriamo coinvolga sempre più artisti, di ogni dove e con l'unico desiderio di trasmetterla: contaminando di carta e di acquarello il mondo intero.
Durante queste giornate di lavoro insieme, Aurelio ci ha illustrato la tecnica, i piccoli accorgimenti d'uso personale e la maestria sapiente di far rotolare colore ed acqua sulla superficie della carta. Ci ha insegnato ad osservare le luci, i movimenti, i profumi che, sembra incredibile, ma magicamente possono scaturire da semplici e naturali elementi come quelli della pittura ad acquarello: difficilissima, affascinante e mai scontata.
Aurelio ha soprattutto dato a tutti noi la testimoniato di quanto fare arte, con l'intelligenza e con il cuore, sia un' importante ricchezza, un'esperienza intima e personale ma da condividere senza riserve.
E' la città quindi, con l'Assessore Giovanni Balducci, Il Museo della Carta e della Filigrana, la Fondazione della Cassa di Risparmio, la comunità degli artisti locali, che con ammirazione e stima, ringrazia il Mestro per l'insegnamento e la disponibilità dimostrata verso tutti noi, pronti a gioire, ancora una volta, della bellezza della sua arte.
InArte / Anna Massinissa
Sono convinto che non si possa descrivere l’opera di un grande maestro ignorando completamente il suo passato. Questo concetto è valido ancora di più quando si parla di Aurelio Pedrazzini la cui vita è strettamente legata alla lunga ed intensa evoluzione artistica, un’avventura cominciata a Milano sui banchi di scuola, come lui ci ricorda, ammirando un compagno assai bravo in disegno e successivamente copiando con tenacia le tavole della Domenica del Corriere. Ricordiamo che erano anni difficili, quelli della Grande Guerra, e che le propensioni artistiche di Aurelio non erano assecondate in famiglia specie dal padre.
Questa sorta di entusiasmo e ammirazione giovanile per il disegno Aurelio li manterrà sempre, anche quando gli studi accademici e le successive esperienze avrebbero potuto fargli esplorare altre espressioni dell’arte, più comode e redditizie. Ma il vero compimento artistico di Aurelio avviene grazie all’incontro più importante della sua vita cioè quello con sua moglie Anna Pavesi, donna e acquerellista di grande valore. Il connubio sentimentale ed artistico diventa indissolubile, Anna contamina il pensiero ed il modo di dipingere di Aurelio orientandolo inevitabilmente verso la meravigliosa quanto complessa tecnica dell’acquerello .
Questo in poche parole è il terreno fertilissimo sul quale si sviluppa l’arte di Pedrazzini, che rende la sua opera unica e riconoscibile nel panorama spesso confuso della pittura contemporanea. Tutti i suoi acquerelli, ma in particolar modo i suoi paesaggi, uniscono grande realismo e una perfezione tecnica oserei dire “scientifica” (sicuramente retaggio dello spassionato amore per il disegno) all’emozione di un’immagine fuggente captata in una determinata luce, in mezzo alle dissolvenze della nebbia, o nelle evanescenze effimere create da una cascata. Penso che questa componente più “sognante” dell’arte di Aurelio sia in parte da ascrivere all’eredità artistica lasciata dalla sua amata compagna.
L’opera di Aurelio quindi è puro equilibrio fra tecnica e creatività, fra analisi e cuore, un equilibrio non ingessato che a volte propende per il virtuosismo altre volte per il trasporto emozionale, ma un equilibrio mai perso che è stato ed è il punto di forza della sua vita non solo artistica e che lo rende un modello di riferimento per chiunque si avvicini alla tecnica dell’acquerello.
Fabrizio Moscè