Vuoti di memoria
Nelle sale del Museo Le Stanze della Memoria di Barga resteranno esposte opere pittoriche, fotografiche, materiche e videoinstallative frutto della ricerca che i due espositori hanno svolto negli ultimi anni.
Comunicato stampa
S’inaugura domenica 21 agosto, alle ore 18, la mostra dei due artisti di Livorno Erica Sagona e Sandro Bottari. Nelle sale del Museo Le Stanze della Memoria di Barga resteranno esposte, fino al 4 settembre, opere pittoriche, fotografiche, materiche e videoinstallative frutto della ricerca che i due espositori hanno svolto negli ultimi anni.
Il titolo – Vuoti di memoria – allude alla particolare relazione con lo spazio e col tempo che s’instaura tanto per chi esercita l’arte realizzando l’opera, quanto per chi la osserva e la vive quale fruitore; una relazione che, un po’ come accade in occasione di un vuoto di memoria, può produrre sensazioni di spaesamento che inducono ad una reinterpretazione degli stessi concetti di spazio e di tempo quali sono comunemente, ordinariamente e spesso superficialmente accettati.
Erica Sagona propone i suoi lavori nei quali è protagonista, ben rappresentato da rami e stecchi sui quali sono appresi licheni, il flusso incessante della vita naturale che è talvolta impercettibile ed incommensurabile, nella propria variabilità, tanto da apparire invariabile.
Sandro Bottari mostra, con i lavori che presenta, il proprio intendimento di entrare in contatto con le cose e con le situazioni turbandone l’equilibrio, insinuandovi con determinazione una propria idea; idea che, pur non evocando certezze, viene affermata e “vissuta” allo scopo di interferire con il normale andamento dell’esistenza, di suggerire un diverso modo di vivere la vita.
Si confrontano insomma due diverse, forse antitetiche, visioni della realtà. Poco lontano dai severi, atemporali stecchi con licheni di Erica Sagona si vedranno dunque le immagini foto-video di Sandro Bottari, che trattano di una contemporaneità turbata dalla vitalità dell’arte, la quale è capace di stravolgere il senso dello spazio e del tempo.
Ne viene un invito non già a rinunciare ad un nostro orientamento, bensì a rileggerne con attenzione gli aspetti sostanziali e, se del caso, a riformularne liberamente le modalità, a rivalutarne il ruolo in funzione di un futuro tutto da costruire.