Paolo Brunati Urani – La nascita della conversazione
Usando materiali di recupero e di scarto, o arcaici come l’argilla (Poesia con/creta, Melogrammi) l’artista rallenta all’estremo la composizione dei segni. Il testo acquisisce l’involontarietà e la profondità di una libera associazione di tipo psicoanalitico
Comunicato stampa
La Nascita della Conversazione
Una personale di PAOLO BRUNATI URANI a Palazzo Casali
2-20 settembre 2011
Giovedì 1 settembre 2011 alle ore 18,30 è in programma l’inaugurazione della mostra
di PAOLO BRUNATI URANI “La nascita della conversazione” ospitata nelle sale di
Palazzo Casali a Cortona.
L’esposizione, curata da Gioia Olivastri, offre uno spaccato importante sull’opera di
PAOLO BRUNATI URANI, artista dalla personalità affascinante e raffinata.
BRUNATI URANI Nasce nel 1943 a Canelli (Asti).
Svolge da tempo una ricerca sulla parola in sé, intesa come forma e come orma; questa
indagine è volta all'affrancamento della parola dal contesto dell'idioma, dai supporti
tradizionali classici della scrittura e, soprattutto, dalla narrazione, quasi a riscoprirle, con
procedimento da archeologo, un suo presignificato.
Da tale analisi nascono le cartelle-scatola Atlante (2001), Gli Onti (2002), Atlonte (2003), e
oggetti come Trasparsi (plexiglas e grafite su materiale trasparente, 2003), quest'ultimo
in collaborazione con Arrigo Lora Totino.
Usando materiali di recupero e di scarto, o arcaici come l'argilla (Poesia con/creta,
Melogrammi) BRUNATI URANI rallenta all'estremo la composizione dei segni.
Il testo acquisisce l'involontarietà e la profondità di una libera associazione di tipo
psicoanalitico.
Il procedimento porta all'invenzione della "macchina per scrivere a mano" con cui è stato
composto Questo è il testo (2007), primo di una serie di libroggetti di poesia con/creta
dalle pagine fatte di terracotta.
BRUNATI URANI presenterà a Palazzo Casali fino al 20 settembre un viaggio originale ed
evocativo sulla parola e la conversazione.
Cortona in questi anni ha avviato un percorso di avvicinamento all’arte contemporanea
che con questa mostra raggiunge uno dei suoi momenti più interessanti e profondi.