No Curves – Aracne 8.0
La prerogativa di No Curves è quella di esprimersi attraverso il nastro adesivo: un prodotto utilizzato in prevalenza come materiale da lavoro, diviene nella mani del creativo uno straordinario elemento artistico e uno strumento per poter indagare l’uomo del terzo millennio.
Comunicato stampa
Giovedì 22 settembre 2011 presso lo spazio Metradamo si inaugura la mostra personale di No Curves.
La prerogativa di No Curves è quella di esprimersi attraverso il nastro adesivo: un prodotto utilizzato in prevalenza come materiale da lavoro, diviene nella mani del creativo uno straordinario elemento artistico e uno strumento per poter indagare l’uomo del terzo millennio.
No Curves da numerosi anni, grazie alla indiscussa abilità tecnica nell’utilizzo del nastro adesivo, è considerato uno dei massimi esponenti internazionali della tape-art, a tal punto da essere stato scelto dalla Tesa, azienda tedesca leader nel mercato mondiale del nastro adesivo, come artista rappresentativo per l’evento dei suoi 75 anni appena tenutosi ad Amburgo.
Per la mostra ARACNE 8.0 la scelta della location si è indirizzata verso Metradamo, brand italiano di women’s wear, che ha sposato il progetto e la sua tematica artistica.
“Un luogo, il laboratorio di Metradamo - afferma il curatore della mostra Alberto Mattia Martini - che traspira arte, creatività, dove la fantasia e l’immaginazione hanno sempre trovato perfetta sintonia con il lavoro finalizzato ad esaudire i desideri e sogni dell’uomo. Sarà anche il fascino scaturito da queste pareti, oggi volutamente scrostate, lasciate a mattoni a vista, nonché in tempi remoti il “rifugio” espressivo di un grande artista come Filippo de Pisis. Luogo perfetto per la ricerca messa in atto da No Curves, il quale partendo appunto dal mito di Aracne, unisce il mito, la storia e la tradizione alla contemporaneità creativa, che vede spesso la tecnica e la macchina come indiscusse protagoniste del nostro tempo.”
Filo, lana, nastro adesivo, ragnatela, telaio tessile, tecnologie, sono gli elementi basilari di questo progetto espositivo. Un enorme ragno bionico e la sua progenie, automi di nastro adesivo nei quali si fondono materiali plastici, tecnologia ed elementi meccanici.
NO CURVES’S
ARACNE 8.0
testo critico
Un luogo che traspira arte, creatività, dove la fantasia e l’immaginazione hanno sempre trovato perfetta sintonia con il lavoro finalizzato ad esaudire i desideri e sogni dell’uomo. Sarà anche il fascino scaturito da queste pareti, oggi volutamente scrostate, lasciate a mattoni a vista, nonché in tempi remoti il “rifugio” espressivo di un grande artista come Filippo de Pisis.
Un file rouge - non a caso infatti vengono utilizzate queste parole - ci conduce fino ai giorni nostri, immergendoci in una “foresta” di fili, di rocchette colorate, di macchine tessili, di abiti e di modelli di carta appesi alle pareti, che come per magia danno forma e vita a capi di abbigliamento.
La storia, l’uomo e come abbiamo già avuto modo di affermare, la creazione, dominano da sempre in queste stanze, tra le quali pare emergere improvvisamente e schiudersi, la forma principe della creazione tessile, a cui madre natura a concesso l’ineguagliabile dono della tessitura: l’aracnide.
Da qui nasce il concetto, la ricerca dell’artista NoCurves, che partendo appunto da mito di Aracne, unisce il mito, la storia e la tradizione alla contemporaneità creativa, che vede spesso la tecnica e la macchina come indiscusse protagoniste del nostro tempo.
La giovane fanciulla originaria della Lidia, dotata di esclusive abilità di tessitrice, ebbe l’ardire di sfidare la dea Atena, anch’essa considerata una delle massime esperte nell’arte del ricamo. La gara tra le due donne non tardò ad arrivare, con la vittoria inaspettata di Aracne. La dea furibonda ritenne che la pena più crudele non sarebbe stata la morte della giovane, ma bensì la metamorfosi della stessa in una ragno; una condanna a tessere vita natural durante, non con le mani, ma con la bocca.
È quindi il gusto per la sfida, l’arte, la possibilità immaginifica di aprire, di sfondare le porte alla libera interpretazione e quindi spingersi oltre i propri limiti, oltrepassare ciò che non ci è stato concesso nemmeno di pensare.
L’artista NoCurves per mezzo del nastro adesivo, di un prodotto apparentemente inerme, utilizzato in prevalenza come materiale da lavoro o in alcuni casi per decorazione, diviene nella mani del creativo uno straordinario elemento per poter indagare l’uomo del terzo millennio.
NoCurves ormai da numerosi anni, grazie alla indiscussa abilità tecnica nell’utilizzo del nastro adesivo, è considerato uno dei massimi esponenti internazionali della tape-art, a tal punto da essere stato scelto dalla Tesa, azienda tedesca leader nel mercato mondiale del nastro adesivo, come artista rappresentativo per l’evento dei suoi 75 anni.
Filo, lana, nastro adesivo, ragnatela, passato, futuro, telaio tessile, tecnologia, sono tutti elementi che si stendono ed estendono in questo progetto espositivo, “invadendo” ed interagendo con gli spazi, nei quali un enorme ragno costituito non solo da nastro adesivo, ma da materiali plastici, metallici, elementi meccanici, ci conduce nel futuro, attraverso panorami dove l’ignoto gioca con il tempo.
Il mito vive in eterno, ma l’evoluzione scientifica, le nuove tecnologie, le infinite potenzialità dei mezzi di comunicazione sia visivi che reali, ci spingono in una direzione sempre più innovativa, dove il progresso sembra vincere sulla tradizione e dove conseguentemente l’uomo è fisiologicamente chiamato a modificare sé stesso.
La mente trapassa il reale, ampia le vedute ed aumenta le connessioni, gli stimoli arrivano a velocità sempre maggiore e in quantità sempre più ampia, fino a modificare la mente umana in un sorta di alveare, dove ad ogni piccola celletta corrisponde un numero sempre maggiore di informazioni.
Il ragno del futuro e un numero indefinito di piccoli ragni emanazione della grande madre Aracne, si diffondono nell’ambiente, in ogni dove, si impadroniscono del reale e del surreale, di ogni mezzo tecnologico, entrando tra le trame delle mente, così come internet, la “rete del nostro tempo”, invade quotidianamente il pensiero umano.
Una ragnatela in continua espansione che parte da un bozzolo, dal ventre di una grande madre per poi propagarsi ovunque. Un luogo ancestrale, in origine sinonimo di nascita e quindi di creazione, di novità e di perenne cambiamento, che se utilizzato sfruttandone le potenzialità infinite ci permette di non disperdere e quindi di non far svanire l’Idea, il concetto, il procedimento per eccellenza.
Il nastro adesivo con la stessa forza e determinazione della ragnatela consente al pensiero di non essere frantumato, producendo un’ idea concreta, materica e reale, che poi è l’opera d’arte nella sua elaborazione e forma tangibile, ma al contempo esprime un archetipo immateriale, che in principio è invisibile e in un secondo tempo diviene non solo visibile, bensì sostanziale. La simbologia scaturita, l’essenza generata è quella che Yves Klein definisce il vuoto, il cuore del vuoto che poi è il tutto, che possiede la forza di propagarsi ovunque, anche nello spazio e con un salto riequilibrare l’ordine naturale.
Alberto Mattia Martini