Andy Massaccesi – I guess that I just don’t know
Andy Massaccesi fotografa soprattutto giovani donne inserite in contesti urbani o naturali o artificiosi producendo, grazie anche al colore, un effetto straniante e ipnotico. I suoi lavori appaiono come fotogrammi in cui le azioni sono congelate ma aperte ad una dimensione narrativa.
Comunicato stampa
Contributo critico
Fotografie di Andy Massaccesi a “La Recherche” / 9 settembre 2011
Per meglio comprendere il lavoro fotografico proposto da Andy Massaccesi in questa piccola - ma intensa - esposizione senigalliese, dobbiamo brevemente ricordare le radici culturali dell'autore. Massaccesi studia prima in Urbino - poi a Losanna - come grafico redazionale e inizia a lavorare in quest’ambito collaborando con alcune riviste di moda. L'imprinting fotografico di colto reportage che riceve da Guido Guidi durante gli anni urbinati viene col tempo superato, lasciando posto ad un racconto sempre più intimo e personale che però - a mio avviso - è tradito da una presentazione forse troppo legata al mondo della fotografia di Moda. Ne deriva così un piccolo peccato originale che si perdona facilmente al nostro giovane autore: d’essere troppo legato allo stupore che la Moda impone nei suoi recenti canoni fotografici. Nei lavori presentati destano interesse le foto in cui Massaccesi gioca sul rapporto tra moltitudine e singolo, evidenziando come l'unicità di quest’ultimo riesca, grazie al fattore statico dell'arte fotografica, a primeggiare sulla folla. A mio parere però è nei polittici che l'autore riesce a fare il salto di qualità, raccontando storie intimamente legate alla sua vita, al suo quotidiano. Storie che parlano d'amore e speranza, paure e misteri. Storie che gli uomini condividono. Frammenti di racconto … come nel trittico nel quale Massaccesi riprende dal fondo di una piscina un corpo di donna fluttuante sotto la superficie azzurra dell'acqua: l'azzurro diventa cielo e lei, la nostra dea o la nostra ossessione, ci sovrasta, cattura i nostri pensieri, ci ammalia con l'ondeggiare del suo corpo e delle sue vesti.
Aristide Salvalai, fotografo, 4 settembre 2011
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La Fotografia contemporanea si differenzia dalla fotografia tradizionale per molti aspetti. In particolare è riuscita a liberarsi di "due alibi" - come Roland Barthes suggeriva già nel 1977 - quando sosteneva che la fotografia si sublima a volte come "fotografia d'arte”, a volte si virilizza come fotografia di reportage, derivando il suo prestigio dall'oggetto catturato. Solo dalla fine degli anni '70 cominciò ad essere considerata per le sue proprie caratteristiche e finalmente assunta come strumento concettuale piuttosto che tecnico. Andy Massaccesi sembra inserirsi in questa direzione in quanto pratica la fotografia non per catalogare il mondo ma per trovare una nuova relazione fra il mondo, lo strumento e il suo sguardo. Del resto il titolo di questa sua proposta è i guess that i just don't know (immagino che io proprio non lo so), tratto dall’inquietante testo della celebre canzone di Lou Reed. Sembra infatti offrirci - attraverso le immagini - un percorso nella contemporaneità e nel mondo giovanile intessuto di interrogativi. Ma l’universo di questo giovane autore appare - almeno ai miei occhi - un fluire colorato
di suggestioni visive che la macchina fotografica cattura, lasciando emergere l’ansia di chi avverte il desiderio di scoprire il mondo e se stesso. La fotografia diventa contenitore di domande a cui ciascuno - nel tempo - potrà dare risposta. Andy Massaccesi fotografa soprattutto giovani donne inserite in contesti urbani o naturali o artificiosi producendo, grazie anche al colore, un effetto straniante e ipnotico. I suoi lavori appaiono come fotogrammi in cui le azioni sono congelate ma aperte ad una dimensione narrativa. La bellezza visiva, l' uso dei colori, la reinvenzione del paesaggio sottende forse una favola inquietante sulla fine della natura o della naturalezza? La presenza di quell’interrogativo - che dà il titolo alla mostra – interrogativo segreto e stridente rispetto al nitore lucente delle immagini, non consente di cogliere in Andy Massaccesi solo la golosità, l'energia di uno sguardo che si dà, ma anche l’inquietudine sottile di un giovane che si sta cercando.
Daniela Niccolini, già docente di Storia e Critica del Cinema, Università Studi Urbino, 6 settembre 2011