Cristina Panicali – Shiva lingam
In mostra gli scatti fotografici di Cristina Panicali, fresca vincitrice del premio “Special Emilia Romagna” (indetto dalla Cassa di Risparmio di Modena), che le ha permesso di esporre a giugno 2011 all’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena in occasione di “International departures”, sotto la supervisione di Filippo Maggia e Claudia Fini.
Comunicato stampa
Sabato 17 settembre alle ore 18 inaugura presso l'Ashram Joytinat di Corinaldo (An) l’esposizione dal titolo “Shiva lingam”, a cura di Fulvio Chimento. In mostra gli scatti fotografici di Cristina Panicali, fresca vincitrice del premio “Special Emilia Romagna" (indetto dalla Cassa di Risparmio di Modena), che le ha permesso di esporre a giugno 2011 all'ex Ospedale Sant'Agostino di Modena in occasione di "International departures", sotto la supervisione di Filippo Maggia e Claudia Fini. La fotografa torna a esporre nelle Marche a pochi giorni dalla chiusura della sua ultima mostra al Festival Adriatico-Mediterraneo, che l'ha vista tra i protagonisti della collettiva "Do JU remember?", presso il Palazzo degli Anziani di Ancona. L'inaugurazione sarà arricchita dalla performance della ballerina indiana Nadesh Joythimayananda, che si esibisce in una performance di danza Bharatanatyam: espressione artistica del Sud dell’India in grado di coniugare danza e drammaturgia. L'evento è incluso nel Festival *Dolce India*, che si svolge nell'Ashram di Corinaldo dal 17 al 18 settembre 2011. L'intero programma, che prevede anche un concerto di arpe al tramonto del gruppo "Erin's Fairies" (il 18 settembre alle ore 19), è scaricabile dal sito www.ayurveda-ashram.it
"Shiva Lingam" è un reportage artistico frutto di un viaggio di tre mesi compiuto dalla Panicali in India nel 2010. Durante il percorso, compiuto interamente sui binari di un treno, Cristina è entrata in contatto con la cultura e i costumi delle comunità indù di cui è stata ospite, catturando con l’obiettivo riti e credenze di millenaria tradizione. In occasione dello "Shiva lingam", un intero villaggio del Sud dell'India si riunisce per realizzare una monumentale offerta a Shiva. In sei scatti la fotografa racconta il rito, lasciando intuire la grandiosità della fede che lo muove. Cristina mostra la preparazione da parte di uomini e donne di centinaia di piccoli manufatti in ceramica che riproducono gli organi sessuali maschili (lingam) e femminili (yoni), destinati a essere gettati in acqua, alla confluenza di due fiumi sacri, in un gesto di purificazione e rinascita. Nella sua apparente vacuità, l'intero rito assume una funzione propiziatoria per la ricerca di una pace universale tra l'uomo e la natura, costituendo per i partecipanti una tappa verso l’unione assoluta con la divinità.
Altre tre immagini in mostra si concentrano invece sulla città sacra di Varanasi, dove molti credenti di religione indù si lasciano morire, auspicando, secondo la tradizione, all’illuminazione del proprio karma futuro. È quindi il Gange l'approdo naturale del lavoro di Cristina Panicali, che a Varanasi rivela allo spettatore l’intimità dei riti che si consumano tra le centinaia di porticcioli pubblici affacciati sul fiume: una donna sola sulle scale legge un libro, un gruppo di uomini si raccoglie nella comune preghiera per gli antenati, le anziane donne lavano nel fiume il proprio karma. L'acqua è il filo conduttore dell'intero lavoro della Panicali, elemento che unisce idealmente tutte le comunità presenti sul territorio: il Gange è il vero simbolo politico-unitario dell'India, poiché nel suo lungo cammino, dall'Himalaya fino al mare, accoglie un’infinità di affluenti provenienti da gran parte delle regioni indiane, così come immenso è il numero di fedeli che vi si immerge.
"Cristina Panicali è una fotografa dotata di una vena narrativa originale, che le deriva da una naturale propensione per il reportage. Il suo sguardo curioso, impellente di vita, le consente uno studio dell'immagine animato da contrasti, che riesce a calarsi pienamente nella realtà umana, così densa di contraddizioni, per testimoniare una rara forza espressiva", afferma il curatore della mostra Fulvio Chimento. I ritratti della Panicali, colti in pose naturali, si rivelano all'obiettivo senza sovrastrutture, rendendo possibile un avvicinamento vertiginoso alla realtà sociale e culturale in analisi. La sua estetica ricerca una gentilezza dell'immagine che rende protagonista dei suoi scatti l'atmosfera impalpabile di un ambiente. "Shiva lingam" vuole mettere in luce l'aderenza culturale esistente tra la religione indù e la popolazione indiana, dalle foto si percepisce infatti come i simboli e le cerimonie assumano un valore realmente condiviso, senza ricorrere alla mise en scene propria delle appariscenti cerimonie occidentali. Nella società che la Panicali ritrae il rapporto tra l'uomo e la natura sembra non aver ancora subito una frattura insanabile.
Con "Shiva Lingam" il curatore Fulvio Chimento prosegue la sua ricerca che lo porta a realizzare mostre di arte contemporanea lontano dalle gallerie e dagli abituali luoghi dell'arte. Dopo aver organizzato proiezioni video sulle facciate di edifici storici del centro di Roma ("Visioni Fuori Orario"), ed esposizioni nelle fabbriche abbandonate a Modena ("Risk-Art!", ex Fonderie Riunite) e Bologna ("Invisibili: la verità della bellezza", ex Fabbrica Cevolani), sceglie una location spirituale come l'Ashram Joytinat di Corinaldo, fondato dal maestro indiano Swami Joythimayananda. A riguardo afferma: "l'aderenza tra le opere e il luogo in cui vengono esposte permette un avvicinamento tra il fruitore e le opere stesse; decontestualizzando, tuttavia, il luogo dell'esposizione il fruitore si libera di vincoli e sovrastrutture raggiungendo un maggiore grado di conoscenza".
Cristina Panicali
È nata nel 1981 a Carpi (Mo), dove vive e lavora. Consegue la Laurea in Scienze della Comunicazione a Perugia e frequenta l'Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma. Inizia a realizzare reportage in Italia e all'estero, soprattutto nell'Africa dell'Ovest, pubblicando le sue foto su "Left", "Jeune Afrique" e "Carta". Nel 2006 ottiene il quarto posto nel Premio Chatwin indetto dalla città di Genova; nel 2008 vince il concorso fotografico “Città che cambia. Immagine dei luoghi in trasformazione", a Modena; nel 2010 si aggiudica il Primo premio del Concorso "Special Emilia-Romagna", indetto dalla Fondazione Fotografia della Cassa di Risparmio di Modena, partecipando alla mostra "International departures", presso l'ex Ospedale Sant'Agostino di Modena; nel 2011 espone al "Festival Adriatico Mediterraneo" di Ancona all'interno della mostra "Do JU remember?".
Fulvio Chimento
Nato a Roma nel 1979, attualmente vive e lavora in Emilia Romagna affiancando all'attività di curatela artistica varie collaborazioni editoriali. La sua ricerca critica si interessa alle molteplici forme della comunicazione artistica, dalla poesia alle arti figurative, con l'obiettivo di far emergere la problematicità del reale. Nel 2009, grazie al progetto espositivo site-specific Risk-Art! (allestito presso le ex Fonderie Riunite di Modena), è uno dei vincitori del concorso per giovani critici "A cura di...", indetto dalla Regione Emilia Romagna. Nel 2010 si segnalano le sue collaborazioni con le riviste d'arte “Arskey” e “Drome Magazine”. Nello stesso anno cura, in collaborazione con Antonella Malaguti, la VII edizione di Gemine:Muse per il Comune di Modena e il Premio Starting Point per conto dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, presso il Museo Carlo Zauli di Faenza; è il co-fondatore, insieme a Giovanni Monti, del Collettivo Franti, gruppo costituito da artisti e curatori che hanno la finalità di coniugare etica ed estetica. Per altre info consultare il sito: www.fulviochimento.jimdo.com
L'Ashram Joytinat di Corinaldo
Ashram è un termine in lingua Tamil che significa letteralmente "la via delle difficoltà". In italiano può essere tradotto in "luogo di ritiro". Le attività quotidiane vengono svolte con l’attitudine mentale di offrire “Seva”, cioè donare il proprio lavoro senza attaccamento né aspettative. In questo modo le attività diventano una pratica di Yoga, senza distinzioni tra insegnanti e ospiti, favorendo la creazione di un’atmosfera elevata. L'Ashram Joytinat è un Ayurveda Ashram tradizionale, un luogo immerso nella natura, ideale per rilassarsi e rigenerarsi. Fondato dal Maestro Vaidya Swami Joythimayananda nel 2006, è un luogo concepito per la cura di corpo, mente e anima. Nato come una comunità con multiformi funzioni, si è stabilito nella bellissima terra delle Marche, in una zona collinare nei pressi dello splendido borgo medievale di Corinaldo (An), a 18 Km da Senigallia.
Maestro Swami Joythimayananda
Fondatore e direttore dell’International College of Yoga Ayurveda e del Joytinat Ashram, è presidente dell’Associazione culturale "Vedica" e di ASS.I.A, Associazione Italiana Ayurveda. Di origine indiana, il Maestro Joythi apprende i principi dell'Ayurveda, la filosofia dello Yoga e le tecniche ayurvediche negli anni del suo lungo apprendistato in India. In particolare, riceve i sistemi terapeutici usati dai Siddhas (guaritori) attraverso l'insegnamento "Paramparawa" (trasmissione pupillare), metodo sviluppatosi nel corso dei secoli. Nato il 3 giugno 1941 in Sri Lanka, è originario del Tamil, nel Sud dell’India. Nel 1960 alla ricerca della Verità comincia la vita spirituale, in seguito alla quale viaggia in tutta l'India per circa dieci anni, compiendo pratiche spirituali ed eremitaggi con diversi maestri, in vari Ashram e in case di cura ayurvediche, conducendo vita da mendicante e asceta. Ritorna, quindi, in Sri Lanka, dove esegue la sua Sadhana (pratica spirituale) nella solitudine, nella giungla vicino a Kataragama.