Michelangelo Barbieri – Abissi Ghiacciati
Quando si entra nel mondo di Michelangelo Barbieri, di fronte alle sue navi leggere ci si trova nel bel mezzo di una tormenta d’emozioni, catapultato in una tempesta perfetta davanti ad un naufragio con spettatore.
Comunicato stampa
Martedì 20 Settembre 2011 alle ore 18 presso l’ex Ghiacciaia, Hotel I Portici via Indipendenza 69 a Bologna, si inaugura la mostra Abissi Ghiacciati –Michelangelo Barbieri a cura di Simona Gavioli- in cui ancora una volta i binomi arte/vino e arte/food giocano un ruolo importante unendosi in un sodalizio sensoriale all’interno della manifestazione sensidivini, viaggio sensoriale tra vino, cibo e arte
Questo esclusivo evento promosso da TDR rappresentanze, alla sua prima edizione, vuole riuscire nell’intento di soddisfare in un’unica giornata, cultori ed esperti di enogastronomia alla ricerca dell’esaltazione dei cinque sensi. Vista, olfatto, udito, tatto gusto che, rubando segreti al mondo del vino, del cibo, dell’arte, della musica, costruiranno un percorso fatto di seminari e conoscenza nella splendida location dell’Hotel I portici.
sensidivini, che aprirà dalle 10>21, vuole consacrare un appuntamento fisso per la nostra città, un riferimento per chi e' alla ricerca di una congiunzione che spesso non diviene condizione reale ma resta solo un’idea.
Ed è cosi che Umberto Trombetti, fondatore di TRD, vede la filosofia della sua azienda “Chi diventeremo non possiamo saperlo, forse i nostri figli domani si troveranno davanti ad un pc per proseguire questo percorso o forse no, le storie iniziano in una maniera ma mai conosciamo dove ci faranno sbarcare... Il vino è amicizia, è convivialità, è conoscenza, è una stretta di mano, è una risata, è allegria è... un lavoro meraviglioso.”
PROGRAMMA
25 aziende vitivinicole ed agroalimentari presentano l’eccellenza delle loro produzioni
ore 10 apertura manifestazione con degustazione
ore 13 brunch con degustazione riso Ferron
ore 17 seminario sulla Biodinamica con Alois Lageder
ore 18 mostra “Abissi ghiacciati” Michelangelo Barbieri, a cura di Simona Gavioli, Ex-Ghiacciaia
“Il gusto della nave è sempre la gioia di rinchiudersi perfettamente, amare le navi è dapprima amare una casa, perché chiusa senza remissione… la nave è un fatto di habitat prima di essere un mezzo di trasporto”. Roland Barthes
Quando si entra nel mondo di Michelangelo Barbieri, di fronte alle sue navi leggere ci si trova nel bel mezzo di una tormenta d’emozioni, catapultato in una tempesta perfetta davanti ad un naufragio con spettatore. La sensazione è quella di essere salvi dai ricordi che ormai pensavi di aver dimenticato ma improvvisamente riaffiorano e si ergono come queste splendide navi, esili, sottili, pungenti e magiche. Piccoli colossi di legno, rame e ottone che mantengono la loro leggerezza quasi fluttuassero nell’aria e tra le nuvole. Contengono al loro interno parti di una casa
che vuole e deve ancorarci alla vita terrena ma alla quale sfuggiamo costantemente. Cosi Michelangelo ci fa entrare nella sua intimità, nella sua home che al suo interno svela il tormento tipico del viaggiatore che preso dalla follia di partire brama la voglia di tornare. La nave come habitat e quindi come luogo ideale, come tua casa che ti da sicurezza e certezza perché la vedi e la vivi da dentro, ma ti accorgi che è una nave solo se la scorgi da fuori.
Non è un caso la scelta dell’ex Ghiacciaia che per questa mostra ritorna ad essere un luogo/rifugio e una dimora temporanea che ospita noi e le Navi leggere di Barbieri. Antico ambiente, la Ghiacciaia, venne costruita nel cinquecento, poi inglobata durante l'erezione del Palazzo della Famiglia Maccaferri nel 1906. Di grande impatto storico i numerosi cunicoli che corrono intorno alla stanza principale, vennero scavati e usati come nascondiglio privato durante l'ultima guerra. In questo fresco tempio, dove, durante il secondo conflitto mondiale sostavano speranzose le persone, oggi a temperature glaciali il rimando a quegli abissi marini in cui la paura dei bombardamenti gelava i cuori permette all’ arte di regnare sovrana.
Una flotta di barchette in Origami ci condurrà attraverso i tortuosi corridoi che custodiscono impressi nella struttura i ricordi della storia della città. Passaggi sotterranei in cui nei momenti di assoluto silenzio, fermati gli scoppi, oggi come allora si può sentire scorrere il corso d’acqua interrato. Allora non è forse vero che la Ghiacciaia “galleggia” come le barche di Michelangelo Barbieri?. Qui, dove si conservava il ghiaccio, dove la memoria e la temperatura fanno ancora venire la pelle d’oca, il colore del vino incontra quello del rame, le mani infreddolite si avvicinano alle opere fino a sfiorarle, le stesse mani che poco prima afferravano un freddo calice di nettare divino. Ancora una volta l’incontro tra dionisiaco e apollineo, tra enogastronomia e cultura permette all’uomo di concedersi attimi di evasione, abbandonandosi a viaggi mentali veicolati dal corpo e dalle sue emozioni, confluendo in un esperienza estetica ed estatica irripetibile e unica. Non ci si spiegherebbe altrimenti il simposio senza tempo di questi due elementi, che accompagnano tanto l’artista quanto il collezionista verso il tumulto dell’ebbrezza. Trionfo dei sensi, peccato o virtù, la vista incontra il gusto nel piacere di poter assaggiare del buon vino e accompagnarlo a semplici ma ricche pietanze per poter assaporare in completo appagamento ciò che gli occhi avevano precedentemente carpito. Cacciata dalla tradizione e dalla religione nell’abisso del proibito, la gola, può prendersi una rivincita tornando a ragione a far parte del mondo dell’arte. Quindi perché astenersi dal farlo nella ghiacciaia che, come un museo, un tempo custodiva gelosamente gli alimenti e oggi si apre per esaltarne vista, gusto, tatto, olfatto e udito?